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Sassoli: Bloccare la riforma è una scelta ad alto rischio per la credibilità dell'Italia - Intervista al presidente del Parlamento europeo de la Repubblica

02 Dicembre 2019





Mes: Sassoli, bloccarlo è inutile e dannoso per l'Italia

di Alberto D'Argenio


La polemica sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) non fa altro che «danneggiare la credibilità» dell'Italia sui mercati e tra i partner continentali. Ne è convinto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Il nuovo trattato del Fondo salva-Stati - aggiunge - non penalizza Roma. Proprio ieri Sassoli insieme a Christine Lagarde, Ursula von der Leyen e Charles Michel ha inaugurato l'avvio della nuova legislatura dell'Unione con una cerimonia alla Casa della storia europea, il museo allestito al Parc Léopold, nel cuore del quartiere comunitario di Bruxelles. E isolarsi con una polemica sul Mes proprio in queste ore di riapertura del cantiere Ue «indebolirebbe l'Italia», sottolinea Sassoli prima di imbarcarsi su un volo per Madrid, dove oggi parte la Cop 25,11 nuovo round negoziale planetario sul clima organizzato dalle Nazioni Unite.

Come giudica la riforma del Mes? Condivide le preoccupazioni dei critici oppure ritiene che la polemica sia più politica?

«Del Meccanismo europeo di Stabilità si parla solo in Italia. L'altro giorno ho chiesto all'ufficio comunicazione del Parlamento europeo di prepararmi una rassegna con tutti gli articoli apparsi sul Mes negli altri paesi del continente. Sa quanti pezzi di giornale mi hanno recapitato?».

Me lo dica lei.

«Zero.Nessuno».


Come se lo spiega?


«Perché stiamo parlando di un fondo accantonato da usare solo nel momento in cui un Paese dovesse entrare in difficoltà. Insomma, concentrarsi sul Mes e non sulle nostre economie è come soffermarsi sul dito e non sulla luna».

Ma il nuovo trattato rende il Fondo più pericoloso per l'Italia?

«La riforma del Meccanismo non danneggia l'Italia. Ci sono alcuni aspetti che possono essere migliorati, ma all'interno del più complessivo pacchetto di riforma della zona euro, non nel trattato del Mes. Penso ad esempio ad alcuni aspetti dell'Unione bancaria che potrebbero affiancare il nuovo Fondo salva-Stati in modo più vantaggioso».

Si riferisce al negoziato sullo Schema di assicurazione per i depositi (Edis) in corso tra i ministri dell'Eurogruppo. Ci sono altri aspetti che modificherebbe?

«Le regole del Mes possono essere migliorate anche introducendo meccanismi che prevedano un coinvolgimento del Parlamento europeo, ma non firmarlo sarebbe come andare in giro con una Ferrari non assicurata, come non avere un paracadute in un momento di difficoltà».

Eppure il dibattito politico italiano sembra sfuggire al merito della questione.

«Questo atteggiamento non è un bel segnale per borse e mercati. Gli investitori potrebbero reagire negativamente con conseguenze spiacevoli sull'andamento dello spread e dell'economia. Mi auguro naturalmente che questo non avvenga. Oltretutto il governo ha approvato una manovra accolta positivamente dall'Europa nonostante l'enorme difficoltà di bloccare l'aumento dell'Iva pari a 23 miliardi: sarebbe assurdo consumare adesso questa fiducia con una polemica tutta interna. Per di più proprio in una fase in cui viviamo di fiducia».

Che conseguenze prevede per l'Italia se il governo dovesse, unico nella zona euro, rifiutarsi di chiudere una riforma negoziata per più di un anno e imporre un rinvio a tutti i partner?

«Oltre a dare un pessimo segnale ai mercati, ci sarebbe il rischio di perdere credibilità su tutti i tavoli europei e sui negoziati in corso, come quello sull'Unione bancaria oppure sul bilancio pluriennale dell'Unione europea. Sarebbe un vero peccato se l'Italia si isolasse proprio nel momento in cui, con l'insediamento della nuova Commissione e del nuovo presidente del Consiglio europeo, parte la legislatura dell'Unione».

Che ruolo auspica per il Parlamento nei prossimi cinque anni?

«La legislatura ufficialmente partita oggi (ieri per chi legge, ndr) ha il compito di riaprire il cantiere dell'Unione per produrre due risultati: approvare le riforme necessarie ad aumentare il tasso di democrazia delle istituzioni europee e far ripartire il processo di integrazione delle politiche continentali. In questi processi il Parlamento sarà centrale, ma ovviamente lavorerà cooperando Nelle capitali Ue non ne parla nessuno Si tratta di un fondo da usare solo in caso di emergenza, se un Paese va in d coltà Il Mes si può migliorare, non firmarlo però è come andare in giro con una Ferrari non assicurata Perché rinunciare a un paracadute? con le altre istituzioni. La cerimonia questo momento le relazioni tra noi alla Casa europea della storia con sono improntate sulla fiducia, tutti i presidenti dimostra che in elemento positivo e che ci lascia sperare in buoni risultati».


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