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Al fianco del popolo curdo - video dei Deputati PD

15 Ottobre 2019


Il Consiglio delle donne curde della Siria del Nord e dell’Est ha fatto un appello a tutte le donne del mondo contro l’offensiva della Turchia nella loro regione, attraverso una lettera aperta che riportiamo di seguito

MENTRE l’offensiva nel Nord-Est della Siria è giunta al quarto giorno, le donne curde hanno chiesto a tutte di unirsi contro l’offensiva nel Paese. Fiaccolate per il popolo curdo verranno promosse in varie parti d'Italia nei prossimi giorni. Il Pd della Versilia ne ha organizzato una a Viareggio il 15 ottobre alle 19.30. Sempre il 15 ottobre a Empoli ci sarà un'altra fiaccolata di solidarietà (inizio ore 19) promossa dal Pd area Empolese Valdelsa che aderisce all'iniziativa del Pd nazionale per chiedere lo stop all'offensiva turca contro il Kurdistan siriano.

Roma invece si è organizzata sempre di martedì 15 ottobre alle 19.30, al Pantheon. All'iniziativa hanno aderito il Pd, Articolo 1, Siamo Europei, +Europa e Italia Viva
 
La lettera
Il titolo è: “A tutte le donne e ai popoli del mondo che amano la liberà”

“Come donne di varie culture e fedi delle terre antiche della Mesopotamia vi mandiamo i più calorosi saluti. Vi stiamo scrivendo nel bel mezzo della guerra nella Siria del Nord-Est, forzata dallo Stato turco nella nostra terra natale. Stiamo resistendo da tre giorni sotto i bombardamenti degli aerei da combattimento e dei carri armati turchi.
Abbiamo assistito a come le madri nei loro quartieri sono prese di mira dai bombardamenti quando escono di casa per prendere il pane per le loro famiglie. Abbiamo visto come l’esplosione di una granata Nato ha ridotto a brandelli la gamba di Sara di sette anni, e ha ucciso suo fratello Mohammed di dodici anni.
Stiamo assistendo a come quartieri e chiese cristiane vengono bombardate e a come i nostri fratelli e sorelle cristiani, i cui antenati erano sopravvissuti al genocidio del 1915, vengono adesso uccisi dall’esercito del nuovo impero Ottomano di Erdogan. Due anni fa, abbiamo assistito allo Stato turco che ha costruito un muro di confine lungo 620 chilometri, attraverso fondi Ue e Onu, per rafforzare la divisione del nostro Paese e per impedire a molti rifugiati di raggiungere l’Europa.
Adesso stiamo assistendo alla rimozione di parti del muro da parte di carri armati, di soldati dello Stato turco e jihadisti per invadere le nostre città ed i nostri villaggi. Stiamo assistendo ad attacchi militari. Stiamo assistendo a come quartieri, villaggi, scuole, ospedali, il patrimonio culturale dei curdi, degli yazidi, degli arabi, dei siriaci, degli armeni, dei ceceni, dei circassi e dei turcomanni e di altre culture che qui vivono comunitariamente, vengono presi di mira dagli attacchi aerei e dal fuoco dell’artiglieria. Stiamo assistendo a come migliaia di famiglie sono costrette a fuggire dalle loro case per cercare rifugio senza avere un luogo sicuro dove andare.
Oltre a questo, stiamo assistendo a nuovi attacchi di squadroni di assassini di Isis in città come Raqqa, che era stata liberata dal terrore del regime dello Stato Islamico due anni fa con una lotta comune della nostra gente. Ancora una volta stiamo assistendo ad attacchi congiunti dell’esercito turco e dei loro mercenari jihadisti contro Serêkani, Girêsipi e Kobane. Questi sono solo alcuni degli incidenti che abbiamo affrontato da quando Erdo?an ha dichiarato guerra il 9 ottobre 2019.
Mentre stiamo assistendo al primo passo dell’attuazione dell’operazione di pulizia etnica genocida della Turchia, assistiamo anche all’eroica resistenza delle donne, degli uomini e dei giovani che alzano la loro voce e difendono la loro terra e la loro dignità. Per tre giorni i combattenti delle Forze siriane democratiche, insieme alle YPG e alle JPY hanno combattuto con successo in prima fila per impedire l’invasione della Turchia e dei massacri. Donne e uomini di tutte le età sono parte di tutti gli ambiti di questa resistenza per difendere l’umanità , le acquisizioni e i valori della rivoluzione delle donne in Rojava. Come donne siamo determinate a combattere fino a quando otterremo la vittoria della pace, della libertà e e della giustizia. Per ottenere il nostro obiettivo contiamo sulla solidarietà internazionale e la lotta comune di tutte le donne e gente che ama la libertà.”
Richieste delle donne
- Fine dell’invasione e dell’occupazione della Turchia nella Siria del nord
- Istituzione di una No-Fly zone per la protezione della vita dela popolazione nella Siria del nord e dell’est
- Prevenire ulteriori crimini di guerra e la pulizia etnica da parte delle forze armate turche
- Garantire la condanna di tutti i criminali di guerra secondo il diritto internazionale
- Fermare la vendita di armi in Turchia
- Attuare sanzioni economiche e politiche contro la Turchia
- Adottare provvedimenti immediati per una soluzione della crisi politica in Siria con la partecipazione e la rappresentanza di tutte le differenti comunità nazionali, culturali e religiose in Siria.



APPELLO SE NON ORA QUANDO - LIBERE
per il popolo curdo, con preghiera di ampia diffusione

Violentata e lapidata. Ecco come ha concluso la sua giovane vita Hevrin Khalaf segretaria generale del Partito siriano del Futuro e attivista dei diritti delle donne. Nella guerra scatenata da Erdogan contro i curdi -per sradicarli definitivamente dalla loro terra e disperderli come i nuovi “palestinesi” del Medio Oriente- se ne combatte un’altra: contro le donne che osano affermare i loro diritti e la loro libertà. Il feroce, barbaro assassinio è un messaggio inviato a noi tutte: alle donne che vivono in quella zona martoriata e anche a noi, donne occidentali. A loro intima di abbassare la testa e scomparire dentro un burka, a noi dice che siamo politicamente insignificanti e inutili.

Sì, da decenni in Occidente non si fa che parlare dei diritti delle donne, di volerli affermare, anche a costo di imporli con la forza, là dove vengono negati e violati, di farli valere qui, anche a costo di colpire e criminalizzare in modo indiscriminato religione e cultura islamica. Ma quando delle donne prendono in mano il loro destino e si battono per la loro libertà come hanno fatto e stanno facendo le donne curde allora l’Occidente, terra di diritti e libertà, gira la faccia dall’altro lato e le lascia massacrare, oggi dalle milizie di Erdogan e domani chissà da altri difensori dell’ordine patriarcale. Impunemente? Ecco, noi donne occidentali, donne europee, le lasciamo massacrare impunemente? Lasciamo che quella fiammella di libertà femminile venga spenta e cancellata? Cosa possiamo dire e fare, qui e ora, perché nei giochi cruenti della geopolitica sia compreso anche il destino delle donne?

Innanzitutto chiediamo ai governi europei e in particolare alle donne che ne fanno parte di adoperarsi per imporre il cessate il fuoco, chiedere l’immediato intervento dell’ Onu a salvaguardia delle popolazioni, di bloccare la vendita delle armi alla Turchia, e l’istituzione di un tribunale internazionale per crimini come quello consumato contro Hevrin. Chiediamo alle donne italiane ed europee di mobilitarsi in vista di una forte azione comune.


N.B. Per aderire alla mobilitazione visita la nostra pagina www.facebook.com/senonoraquandofanpage e lascia un commento, oppure scrivici a chelibertaofficial@gmail.com

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