"Non mi è mai successo che le convocazioni di singoli ministri o di parti del governo fossero contestate da altre parti del governo. Ricordo qualche polemica ai tempi del governo Prodi, quando la coalizione era così ampia che c'erano polemiche di linea e di contenuto, ma mai di forma: se il ministro del Lavoro convocava era perché era stato concordato così...non ho mai visto il premier che spiega in pubblico che il suo vicepremier fa una cosa istituzionalmente scorretta nei loro confronti. Detto questo non si può chiedere ai sindacati di fare il gioco della politica; di decidere chi incontrare e in quale formazione. E' un problema del governo, se la sbroglino loro questa matassa". E' Pierpaolo BARETTA, ex segretario generale aggiunto della Cisl, a lungo sottosegretario al ministero dell'Economia, a commentare , conversando con l'Adnkronos, l'irritualità della convocazione del vicepremier Matteo Salvini a Cgil, Cisl Uil e Confindustria, duramente criticata dal Presidente del Consiglio.
Una presenza, dunque, quella sindacale assolutamente coerente: "sarebbe stato davvero un boomerang che il sindacato, che chiede da tempo incontri con il governo, si fosse messo a discutere quale parte del governo incontrare. Tutti avrebbero semplicemente detto che Cgil Cisl e Uil avevano disertato l'incontro. E invece il sindacato deve fare il sindacato, non si può permettere di scegliere dentro il governo soprattutto se a convocare è un vicepremier", spiega ancora BARETTA pur considerando "sgradevole, inopportuna e indelicata" la presenza dell'ex sottosegretario, Armando Siri, indagato per corruzione. "Un vertice inevitabile per i sindacati. Stiamo parlando del vicepremier, del capo del partito con il maggior numero di voti... Per quale motivo non vai ad un incontro formalmente convocato dal vicepresidente del consiglio? Il problema è la contraddizione politica interna a questa maggioranza. Ma allora se la sbroglino loro questa matassa: a Torino il sindaco Appendino ha tolto le deleghe al suo vice, Conte faccia lo stesso con Salvini", conclude