Nuovo scontro Lega-M5S. Questa volta a scatenare la rissa è il delicato tema della violenza alle donne. A dar fuoco alle polveri è Vincenzo Spadafora, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, che ha dichiarato a “La Repubblica”: “l’Italia vive una pericolosa deriva sessista. Come facciamo a contrastare la violenza sulle donne, se gli insulti alle donne arrivano proprio dalla politica, anzi dai suoi esponenti più importanti?”. Non si può certo dargli torto!
Il Sottosegretario ha citato il leader leghista Matteo Salvini come esempio di violenza verbale nei confronti delle donne, in particolare l’esponente M5S, fa riferimento agli attacchi verbali rivolti alla capitana Carola Rackete definita “criminale, pirata, sbruffoncella. Parole che hanno aperto la scia dell’odio maschilista contro Carola, con insulti dilagati per giorni sui social”.
Sul tema immigrazione, Spadafora, rincara la dose e sferra un altro violento attacco all’alleato leghista, precisando che: “Le donne migranti sono vittime tra le vittime. E il decreto sicurezza peggiorerà ancora di più la loro condizione di vulnerabilità. Il Ministro dell’Interno le sta lasciando senza più supporti, siamo di fronte ad una tragedia che ha la firma della Lega”.
La reazione della Lega è stata immediata e molto dura. Affidata a Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, il quale ha dichiarato: “La gravità delle parole del Sottosegretario Spadafora nei confronti del Ministro Salvini è sotto gli occhi di tutti. Spadafora si scusi subito o si dimetta”.
Posizione ribadita dal capogruppo in Senato, Massimiliano Romeo: “Le parole del Sottosegretario Spadafora sono gravi e inopportune. Accusare Salvini di essere l’artefice di ogni male e di qualsivoglia nefandezza è un vizio, poco edificante, che certa politica non vuole proprio perdere”. Poi – prosegue - “Spadafora, in virtù della sua carica, dovrebbe rammentare che Salvini ha operato in accordo con le leggi di questo Paese e con la sua funzione di Ministro degli Interni, opponendosi con la giusta fermezza ad un comportamento censurabile e perfettamente ascrivibile ad una provocazione politica. Spadafora rifletta sulle sue parole e ci porga le scuse, o se preferisce, le sue dimissioni”.
Come immediata conseguenza, è stata annullata la presentazione da parte di Vincenzo Spadafora, insieme al Ministro Giulia Bongiorno, del primo censimento nazionale dei centri antiviolenza. Sulla decisione ha certamente pesato l'irritazione del Vicepremier Salvini per le dichiarazioni di Spadafora.
A preoccupare, tuttavia, sono le dichiarazioni e le velate minacce di Salvini, che si chiede: "Che ci sta a fare al Governo con me? Fossi in lui mi dimetterei". Poi, pericolosamente ha aggiunto: "Io spero che il Governo duri altri quattro anni, certo se ogni giorno c'è un sottosegretario cinquestelle che si alza e la spara diventa impegnativo".
La durata del Governo gialloverde è, ormai, una macabra scommessa, un triste gioco al massacro. La posta in gioco è, purtroppo, la sorte dell’Italia.