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Economia italiana: profondo rosso - di Nicola Corea

13 Aprile 2019

Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita per l’Italia nel 2019. Il Pil quest’anno, dovrebbe crescere dello 0,1% appena, ovvero 0,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio e 0,9 punti percentuali in meno rispetto alle stime di ottobre 2018. Invariata a +0,9%, invece, la crescita prevista per il 2020. Le stime sono state riviste al ribasso in seguito alla debole domanda interna e alla mancanza di adeguate riforme strutturali. 

Proprio la fragile economia italiana – insieme al rinnovo del Parlamento europeo e alla Brexit - sono fra i rischi che pesano di più sulle prospettive di crescita europea.

Inoltre, gli analisti economici avvertono da tempo, che un periodo prolungato di rendimenti elevati in Italia, metterebbe sotto ulteriore stress le banche italiane e peserebbe sull’attività economica. Altri fattori specifici europei che potrebbero incidere negativamente, sono la crescente possibilità di una Brexit no-deal e l’esito delle elezioni europee nel caso in cui dovesse prevalere l’area sovranista con conseguenti ritardi nel rafforzare l’architettura dall’area Euro.

L’anno prossimo, a causa della bassa crescita e degli oneri per interessi, il debito/Pil crescerà di un altro mezzo punto, arrivando a quota 132,8%. 

Intanto, Il Def approvato martedì scorso riporta le lancette della finanza pubblica a ottobre, quando è scoppiato lo scontro con Bruxelles. In più il percorso di discesa del deficit, dal 2,4% di quest’anno all’1,8% del 2021, è analogo alla strada pericolosamente imboccata in autunno.

Sono necessari ben 46,6 miliardi. Senza queste risorse, tutti i parametri punterebbero decisamente verso ulteriori peggioramenti, aprendo la strada a gravi rischi per i nostri conti pubblici. In questo scenario diventa inevitabile il temuto aumento dell’Iva.

Il Documento di economia e finanza conferma che aumenteranno il debito pubblico, la pressione fiscale, la disoccupazione, mentre le riforme rallenteranno ulteriormente la crescita.

Il commissario europeo per l'economia, Pierre Moscovici, ha bacchettato il Governo Conte, precisando che "la situazione dell'Italia, riguardo deficit e debito pesa sui conti dell'Eurozona. Servono riforme strutturali vere e credibili e misure per la crescita. Non è questione di essere duri, ma il debito deve calare". Nel mirino del commissario francese è finito anche il Def, approvato dal Governo M5S-Lega.

E’ evidente – dunque – come l'Italia stia soffrendo una situazione di stagnazione e di recessione tecnica con pesanti conseguenze per le fasce più deboli della popolazione e forti incertezze per tutta l'Eurozona.


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