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La parabola dei 5S e il Pd - dal blog di Marina Sereni

20 Febbraio 2019

Come ha impietosamente spiegato in uno dei suoi ultimi post su Fb il sindaco di Parma Pizzarotti, con il voto di ieri nella Giunta per le autorizzazioni del Senato - che ha negato ai giudici di poter procedere nei confronti del Ministro Salvini a proposito del caso della nave Diciotti - il Movimento 5 Stelle ha compiuto la sua parabola. Le metafore, le vignette, le frasi celebri di ieri rispetto a quelle di oggi, a segnalare la distanza siderale tra i propositi originari e i comportamenti reali, si rincorrono nel web e agitano gli animi e gli umori di molti elettori che avevano scommesso sulla voglia di cambiamento radicale del Movimento. 

L’alleanza con la Lega si sta trasformando ogni giorno di più in una vera e propria sudditanza. La “governabilità” (la paura di perdere il potere) è stata eretta a totem assoluto delle decisioni dei parlamentari grillini, i “paletti” che il Movimento 5S pone al partner di governo - dall’assurdo No al completamento della Tav ai dubbi, legittimi ma tardivi e confusi, sull’autonomia differenziata delle regioni - sono sempre più simbolici e servono paradossalmente a Salvini per dimostrare all’opinione pubblica la sua egemonia sul governo. 

E allora il Pd? Direbbe qualche amante degli hashtag in rete. Allora il Pd deve tornare rapidamente in gioco, parlare ai delusi della sinistra e dei 5S, mettersi al servizio di un nuovo campo di forze - sociali e culturali, civiche e politiche - che non vogliono assistere inermi e impotenti al disastro verso il quale questo governo sta portando l’Italia. 

 

La situazione economica sta rapidamente peggiorando, come testimoniano i dati ISTAT sugli ordinativi e la produzione industriale. Il Governo giallo-verde, in una interminabile e sfinente campagna elettorale anche al suo interno, anziché preoccuparsi di prendere decisioni vere per sostenere la crescita e la creazione di buona occupazione, continua a mandare messaggi che producono isolamento sul piano internazionale e grande incertezza tra risparmiatori e investitori. Si avvicinano scadenze elettorali importanti che possono influenzare in un senso o in un altro il futuro dell’Europa e che coinvolgeranno su scala territoriale migliaia di amministrazioni locali. 

Le recenti elezioni abruzzesi ci dicono che la competizione - tanto più di fronte alle difficoltà del M5S - torna ad essere chiaramente tra centrodestra (sempre più destra-destra) e centrosinistra. E che un campo democratico e progressista nuovo, largo, inclusivo può essere disegnato solo da un Pd che cambia e prende sul serio questo lavoro di tessitura e di ricostruzione. 
Nicola Zingaretti si è candidato per fare - insieme a tante e tanti altri - questo lavoro di ricostruzione e di unità. 
Ed è per questo che io - insieme a tante e tanti altri - ho deciso di sostenerlo. 

Faccio un appello a tutto il Pd: lavoriamo per un grande successo delle primarie del 3 Marzo, diamo a tutti gli elettori e le elettrici che vorranno la possibilità di trovare nel loro comune o quartiere un gazebo o un circolo in cui poter votare, pubblicizziamo al massimo questa straordinaria occasione di partecipazione. In tempi di farse dai risvolti inquietanti - il voto online nella piattaforma Rousseau sul caso Diciotti - e di selfie nelle piazze di Salvini (attento all’ironia dei ragazzi, Ministro, è più forte delle tue finte divise!) un grande movimento di donne e uomini in fila ai seggi il 3 di Marzo sarebbe il più bel modo per dire ai cittadini, a partire dai più deboli e indifesi, che siamo tornati e siamo pronti a fare la nostra parte, con loro e per loro.


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