Il primo "big" tra i candidati alla segreteria nazionale che accederanno alla fase finale del congresso del Pd è sbarcato a Milano: al teatro Leonardo la tappa del tour "Piazza Grande" di Nicola Zingaretti. Ad organizzarla l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino. Tra gli ospiti Carlo Borghetti, Caterina Sarfatti ma anche Dario Franceschini, Alessandra Kustermann, Nando Dalla Chiesa, David Gentili, Cesare Damiano, Barbara Pollastrini, Paola Bocci e Piero Fassino oltre al sindaco di Milano, Beppe Sala e l'ex sindaco Giuliano Pisapia. E sia Sala che Pisapia sono intervenuti per dire che adesso "possiamo e dobbiamo vincere".


"Salvare l'Europa da chi vuole distruggerla sarà il primo atto del nuovo Pd, che sarà più aperto e disponibile, anche a nuove alleanze per tornare a vincere", ha dichiarato Zingaretti nella sua tappa elettorale milanese. "La destra italiana vuole picconare l'Europa e colpire la dimensione intergovernativa, che invece, credo, sia l'unica speranza per i Paesi europei e i cittadini di resistere ai processi della globalizzazione", ha aggiunto Zingaretti. "E se "loro la vogliono picconare, noi però la dobbiamo cambiare. E ridarle una missione che rimetta al centro la crescita e lo sviluppo". Sarà", avverte, "una bella sfida".


Sul palco - e a margine - anche gli interventi di Beppe Sala e Giuliano Pisapia. Il sindaco in carica ha detto di non essere interessato al dibattito sul simbolo: "A me interessa il futuro della sinistra e quello che deve fare per tornare a vincere - ha spiegato -. Non voglio appartenere a una sinistra che si trova bene all'opposizione e per tornare a vincere bisogna ricostruire le cose e pare poco interessante la questione". Nessun endorsement per i candidati - "però certamente alle primarie ci sono candidati seri come Zingaretti" - ma una esortazione operativa: queste primarie cadono in un momento sbagliato, ma siccome è così, troviamo delle formule, in particolare sulle Europee, perché si sia in grado di mettere candidati in campo prima della fine delle primarie". Da Sala anche una riflessione sul ministro Salvini: "Si sta mettendo contro tutti, mi ha ricordato le parole di mio padre, un uomo semplice: 'gli amici vanno e vengono, i nemici rimangono'. Quindi con calma e con pazienza facciamo la nostra parte ma non riteniamo invincibile chi ora governa".

L'ex sindaco ha analizzato la situazione del centrosinistra, che oggi "sta vivendo lo stesso clima" che si verificò dopo la sconfitta del 1994, "eravamo disperati, convinti che per due o tre generazioni non si sarebbe potuto avere una svolta nella politica" ma "nel 1996 abbiamo vinto. Possiamo e dobbiamo ancora vincere: se non ora, quando?".


Anche i tesserati lombardi del Pd partecipano alla selezione tra i sei candidati alla segreteria nazionale del partito: Roberto Giachetti, Maurizio Martina, Francesco Boccia, Nicola Zingaretti, Dario Corallo e Maria Saladino. Una sfida che a Milano si sente molto e che vede contrapposti robusti schieramenti soprattutto per il segretario uscente Maurizio Martina e, appunto, Zingaretti. Il sindaco Beppe Sala ha deciso di non dare un sostegno esplicito a nessuno, ma di ascoltare e partecipare alle iniziative di tutti.