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Quota 100 e reddito di cittadinanza: un fallimento annunciato - di Nicola Corea

07 Gennaio 2019



In Parlamento si sta esaminando un decreto legge molto preoccupante, per la pesante spesa che andrà a generare e perché sarà oggetto di attente verifiche da parte dell'Unione europea. Inoltre, si preannuncia una conversione in legge molto complicata. Il testo del decreto che introduce reddito di cittadinanza e “quota cento”, potrebbe essere varato tra il 10 e il 12 gennaio. E’ ormai evidente che il superamento della Legge Fornero e l’introduzione di “quota 100”, susciterà una seria valutazione da parte della Commissione europea in materia di spesa previdenziale. Occorre tenere presente, infatti, che l'Italia deve fare i conti con un tasso di pensionamento tra i più alti in Europa, per cui questa riforma produrrà un aumento importante della spesa previdenziale. Il Governo ha stimato in 315mila lavoratori il potenziale bacino di possibili beneficiari. Tuttavia, svantaggi e limitazioni sono notevoli. Innanzitutto, l’ultima novità riguarda i dipendenti statali. Il problema è quello della buonuscita che verrà liquidata - a chi sceglie “quota 100” - solamente una volta che matureranno i requisiti previsti dalla Legge Fornero, ovvero quando il pensionato avrà compiuto i 67 anni. Forti le penalizzazione per chi aderisce. Le stime dell’Ufficio Parlamentare Bilancio, annunciano una riduzione della pensione dal 5 al 30%. Dunque, chi va in pensione con i nuovi requisiti, subirà un drastico taglio dell’assegno. Una vera beffa! Anche riguardo al discusso reddito di cittadinanza, non mancano dubbi e criticità. Secondo la Cgia di Mestre, metà della spesa per il reddito di cittadinanza - circa tre miliardi di Euro - potrebbe finire nelle tasche non di disoccupati bisognosi, ma di persone che lavorano in nero e che, quindi, non avrebbero diritto di accedere alla misura. Non sarà così semplice usufruire del sussidio. Le limitazioni, infatti, sono numerose e sono state concepite dal Governo per contenere la forte spese generata da questo provvedimento. Sembra molto difficile garantire un sussidio di 780 Euro come promesso dal M5S e non durerà tre anni come previsto inizialmente, ma per un periodo più limitato. Si sta ragionando su una durata massima di 18 mesi. Peraltro, l’entità del reddito di cittadinanza sarà variabile, cioè dipenderà dalla quantità delle domande che saranno presentate: se i soldi dovessero finire, si rifaranno i calcoli e tutti percepiranno di meno. Ancora, un ulteriore vincolo riguarda il possesso di una casa di proprietà, per cui è previsto lo scorporo di un affitto figurativo di 400 Euro dall’assegno di cittadinanza spettante. Altre pesanti riduzioni saranno legate al patrimonio mobiliare, ai risparmi e anche all’ISEE della famiglia. Il rivoluzionario e strombazzato reddito di cittadinanza rischia di diventare una misera mancia.


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