"Caro Pd, senza le donne non tornerai a vincere". E' il messaggio inviato a tutti i candidati al congresso dalla seconda edizione del TowandaDay, che ha riunito nella Sala conferenze del Museo Nazionale Romano, la rete di democratiche. "Dopo aver denunciato l'arretramento nella rappresentanza femminile a causa delle pluricandidature - si legge in un comunicato - nella giornata di oggi TowandaDem ha approfondito le proposte programmatiche che invierà a tutti i candidati a segretario. Da una legge per la presenza di almeno il 50% di medici e professionisti della sanità non obiettori nei reparti di ostetricia e ginecologia per la piena attuazione della 194, a misure per la lotta alla disparità salariale e per l'occupazione femminile, una riforma dei congedi parentali che preveda una vera condivisione del lavoro di cura, al 50&50 delle nomine laiche negli organismi costituzionali e il rilancio della Conferenza Nazionale delle democratiche". "Negli interventi di Roberta Pinotti, Marina Sereni, Livia Turco e Francesca Puglisi - prosegue la nota - una riflessione sulla leadership e sul Partito. Innanzi tutto il congresso va portato fuori dalle sedi ristrette del Pd, incontrando le donne che hanno promosso le manifestazioni di Roma e Torino, coinvolgendo le associazioni che si stanno mobilitando contro la violenza e il ddl Pillon e contro il decreto sicurezza con una proposta di legge di iniziativa popolare sul diritto di asilo. Per cambiare e aprire il Partito Democratico vogliamo che una donna per la prima volta assuma il ruolo della Responsabile Organizzazione, ruolo cruciale in questo momento in cui è necessario ricostruire una dimensione di comunità politica che si è lacerata. Se vogliamo far crescere leadership femminili dobbiamo fare i conti con il potere interno al Pd. Possiamo diventare il perno di un campo progressista e democratico più ampio, più attraente ed accogliente per le donne. Un partito davvero aperto - nella crisi della democrazia che stiamo attraversando non può fare a meno di forti e nuovi strumenti di partecipazione. Dalle donne può venire, un'idea della leadership diversa da quella maschile, più inclusiva, più coinvolgente, che valorizzi di più la partecipazione".