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Le news dal Parlamento di Franco Mirabelli: viaggio nelle periferie

16 Ottobre 2018

 
 
Cari, sto facendo un giro per i quartieri popolari a Milano per capire quali sono i problemi, quartiere per quartiere, e capire come si può intervenire per risolverli.
Ciascuno degli incontri viene riassunto in un “diario” in cui vengono annotati gli interventi che appaiono necessari e poi lavoreremo con i consiglieri comunali affinché ciò che si può fare venga fatto sui singoli quartieri. 
Sulle cose osservate e sulle proposte per affrontare i problemi incontrati è incentrata la miapagina facebook "Viaggio nelle perferie" che vi invito a seguire.


Qui di seguito alcune riflessioni:

 

Se i nemici sono i migranti facciamo un regalo alle mafie

Articolo pubblicato da Democratica.

Più si approfondisce il testo del cosiddetto decreto sicurezza più ci si rende conto che, al di là dei proclami e della propaganda, di norme significative realmente utili per aumentare la sicurezza delle nostre città e del nostro Paese lì dentro non ce ne siano. Siamo di fronte più ad un manifesto ideologico che ad uno sforzo serio per prevenire e contrastare il crimine. Alcuni interventi rischiano addirittura di essere controproducenti, come quelli che tolgono la protezione umanitaria a chi oggi ce l'ha facendo precipitare queste persone nella clandestinità. 

Il "decreto Salvini", come molti altri provvedimenti di questo governo, vuole mandare messaggi forti e rassicuranti più che offrire soluzioni: da questo punto di vista il quadro è davvero preoccupante. Ci si occupa più, come ormai sta diventando costume di questo governo, di indicare il nemico-capro espiatorio su cui scaricare i problemi invece che cercare di risolverli. E quindi si indica negli immigrati in generale, a cui sono dedicati la metà degli articoli del Decreto, il problema prioritario su cui si deve intervenire per dare sicurezza. 

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Il boschetto di Rogoredo

Con l’assessore Maran e il capogruppo PD in Consiglio Comunale a Milano Filippo Barberis siamo stati a Rogoredo.
Guidati dai responsabili di Italia Nostra abbiamo attraversato il tremendo “boschetto della droga di Rogoredo”.
Centinaia di disperati in fila tra rifiuti di ogni tipo aspettano gli spacciatori, un quadro terrificante.
I volontari di Italia Nostra hanno ripulito gran parte dell’area di Porto di Mare, riconquistandola alla legalità, creando le condizioni perché cittadini e legalità possano rioccupare quel parco.
Domenica scorsa, ad esempio, è stata inaugurata una pista di mountain bike.
Ma la piazza di spaccio è rimasta, nascosta in una zona non ancora disboscata.
Non si può tollerare una realtà così per tante ragioni: non c’è solo una situazione inaccettabile per la presenza di bande di spacciatori che controllano quel territorio, c’è la realtà di centinaia di persone abbandonate a se stesse che hanno bisogno di aiuto e certo non lo possono trovare in quel luogo fuori dal mondo e c’è un problema di sicurezza che sta sempre più condizionando la vita del quartiere e della stazione di Rogoredo.

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Serve un presidio permanente di Forze dell’Ordine a Rogoredo

Quali iniziative intende adottare il Ministro degli Interni per risolvere la situazione di degrado del cosiddetto “boschetto di Rogoredo” a Milano, in cui si registra un’incontrollata e permanente presenza di spaccio di droga con conseguenti gravi problemi di sicurezza anche per i frequentatori della stazione ferroviaria e della metropolitana nonché degli abitanti del vicino quartiere di Rogoredo e se intenda, a tal fine, passare dalla strategia dei blitz a un presidio quotidiano della zona volto allo smantellamento dello spaccio, aumentando il numero di forze dell'ordine, in modo da permettere al Comune di Milano di completare i lavori, comprensivi della pulizia e del disboscamento dell'area, utili per togliere la possibilità agli spacciatori di operare nascosti, sradicando definitivamente il fenomeno dello spaccio e restituire così l'area ai cittadini e alla legalità; e infine se intenda attivarsi per mettere in sicurezza la stazione e la metropolitana nella suddetta area istituendo un presidio permanente della Polfer.
Queste le domande poste al Ministro Salvini in un’interrogazione che ho presentato al Senato, dopo il sopralluogo fatto nei giorni scorsi nel cosiddetto “bosco della droga”.


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Viaggio nei quartieri ERP: Viale Ca' Granda

Non è la prima volta che incontriamo il Comitato di quel quartiere, che si trova a poche centinaia di metri dall’ospedale di Niguarda.
Ci sono tutti i responsabili dell’autogestione che gestisce la manutenzione del verde, i piccoli interventi di manutenzione e, soprattutto, il riscaldamento.
Un’esperienza che dura da molti anni e che, oltre a garantire la qualità e il controllo su quegli interventi, ha responsabilizzato la gran parte degli inquilini, tutti in affitto, a dedicare attenzione e cura al quartiere.
Nonostante questo sia stato un fattore importante contro il degrado di cui va dato merito al Comitato, i problemi restano tanti e sono, anche in questo caso, da addebitare al gestore, ad Aler.
La stessa autogestione, anziché essere sostenuta e valorizzata dall’Ente di viale Romagna, viene messa costantemente in difficoltà dai ritardi con cui Aler paga i fornitori dei vari servizi e il combustibile per il riscaldamento nonostante siano gli inquilini, pagando le spese, a garantire i soldi necessari.
Ma il problema più urgente da affrontare, dopo che per anni è stato evidenziato senza che si sia fatto nulla, è quello del rifacimento delle facciate.
Non è uno sfizio o un lusso.

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Fallito il progetto casertano per inutili giochi di poltrone

Ha guidato il Partito Democratico e ora è pronto a segnare un cambiamento. È Franco Mirabelli che risponde alle domande sull’avanzata della Lega.
Commissario Mirabelli, quando ha assunto la guida del Partito Democratico in Provincia di Caserta era convinto che si sarebbe potuto registrare un cambio di passo, poi cos’è accaduto?
«A Caserta c’era una grande occasione rappresentata dall’implosione di Forza Italia con il crollo dell’ex Sottosegretario Nicola Cosentino. Avevamo l’occasione di costruire una politica che mettesse al primo posto i cittadini e le loro esigenze. Questa operazione non è riuscita in tutte le zone della Provincia di Caserta e siamo stati percepiti come quelli che si occupano delle poltrone e della gestione del potere».
Ha ragione il Professor Cacciari quando afferma che la Lega ha occupato gli spazi lasciati liberi dagli altri e il riferimento è stato al PD e alla sua distanza dai cittadini?
«La politica a Caserta è rimasta quella degli accordi, del potere, dei consorzi, degli accordi spesso trasversali senza guardare ai bisogni della gente».

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