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Da Genova a Lodi, non voltiamoci dall'altra parte - la newsletter di Chiara Braga

14 Ottobre 2018



Quella lasciata alle spalle è stata una settimana quasi integralmente assorbita dal lavoro in Parlamento sul decreto Genova. Un decreto mille volte annunciato da Presidente del Consiglio, vicepremier e ministri vari, arrivato alla Camera in grande ritardo e lontanissimo dalle tante promesse fatte in questi mesi dal Governo ai genovesi.
Quest’ultimo punto è emerso in maniera molto netta nel corso delle audizioni svolte questa settimana dalle Commissioni parlamentari: tutti i soggetti che abbiamo sentito – dal Sindaco e Commissario Bucci al Presidente della Regione Toti, dai rappresentanti delle imprese, dei lavoratori e del porto di Genova al Presidente dell’Autorità Anticorruzione Cantone -  hanno chiaramente detto che il decreto non funziona. Non dà risposte alle richieste degli sfollati, per i quali nel testo non c’è l’impegno di un euro, e nemmeno a quelle del mondo economico genovese e ligure; ma soprattutto è talmente scritto male(“scritto col cuore” ha detto il Ministro Toninelli mah chissà!) che così com’è genera un rischio altissimo di contenziosi, ricorsi e intoppi che comporteranno certamente il ritardo, se non la paralisi, della ricostruzione del ponte crollato. Insomma, un fallimento totale del Governo, di cui però non possiamo certo rallegrarci: perché a farne le spese sarà purtroppo Genova, una città che sta già pagando un prezzo altissimo per quanto è accaduto il 14 agosto scorso e che ora deve fare i conti anche con l'incompetenza e l’incapacità di questo Governo. L’esecutivo ha promesso che il decreto verrà cambiato e migliorato nel corso dell’esame parlamentare; bene, ma allora proprio non si capisce perché queste soluzioni non siano state già inserite nel testo del decreto legge del Governo, così da essere immediatamente operative (ora invece ogni modifica, per produrre effetti, dovrà attendere i tempi di conversione del decreto).
La verità è che dopo cinquanta e più giorni di promesse e annunci, Lega e 5S non sono stati in grado di costruire risposte per Genova, troppo impegnati ad additare colpevoli e agitare polemiche anziché governare, come sarebbe loro dovere.
Insieme ai colleghi del PD abbiamo presentato i nostri emendamenti al decreto, raccogliendo e dando voce alle richieste della città: certezza sugli indennizzi ai cittadinisfollati, cassa integrazione in deroga per i lavoratori delle imprese liguri che rischiano di chiudere per gli effetti del crollo, chiarezza sulle infrastrutture necessarie alla ripresa della città. Abbiamo anche depositato emendamenti per scongiurare il rischio di ricorsi e contenziosi e per rimediare alla scelta grave del Governo di derogare alla normativaantimafia.
Come deputati faremo la nostra parte in Parlamento nelle prossime settimane, nelle Commissioni e in Aula; insieme a tutto il PD staremo dalla parte di Genova e dei genovesi e ci impegneremo al massimo per correggere un decreto legge che, così com’è, non dà risposte e rischia di fare ancora più danni.
Questo purtroppo non vale solo per Genova; il decreto in discussione per la maggior parte si occupa di altre “emergenze”, più o meno tali. Tra queste il Governo ha inserito ben 20 articoli (il doppio di quelli dedicati a Genova) relativi al terremoto che nell’agosto del 2017 ha colpito tre comuni dell’isola di Ischia. Norme più o meno condivisibili per la ricostruzione degli immobili danneggiati, tra cui però spunta una norma gravissima relativa al condono di gravi abusi edilizi. L’articolo 25 prevede infatti una sorta di "condono tombale": tutte le pratiche giacenti negli uffici comunali e che riguardano case danneggiate dal sisma dovranno essere sanate entro sei mesi, applicando a tutte le procedure di sanatoria le regole del primo condono edilizio, quello del 1985. Un obbrobrio giuridico (altro che “altissima tecnica giuridica” professata da Toninelli!) ma soprattutto una decisione scellerata, perchè in base a quelle regole sarà possibile sanare di tutto; ne potranno usufruire persino i condannati per reati di stampo mafioso. Ovviamente una volta ottenuto il condono i proprietari potranno beneficiare del contributo pubblico pari al 100% per la ricostruzione o sistemazione della loro casa, che potrà così continuare ad insistere su aree a rischio idrogeologico o in zone sottoposte a vincolo paesaggistico.
Una norma che crea un gravissimo precedente e apre il varco a un’applicazione facilmente richiamabile, da qui in avanti, per ogni futura emergenza che dovesse verificarsi.
Su questo punto il PD farà una battaglia durissima. In questi giorni non abbiamo sentito alzarsi una sola voce critica dai deputati della Lega e tantomeno di quelli del M5S. Dopo la “pace fiscale” il Governo del cambiamento ha sdoganato ormai anche la "pace edilizia", ma in entrambi i casi sempre di condono si tratta.

Di vergognoso, di questi tempi, c’è purtroppo molto altro. Mi riferisco a quanto avvenuto a Lodi, con la decisione della Sindaca leghista (applaudita ovviamente dal più inadeguato e chiacchierone Ministro degli Interni che questo Paese abbia mai avuto) di applicare un regolamento che di fatto impedisce a famiglie di origine straniera di accedere a servizi essenziali per i propri figli, come lo scuolabus e il servizio mensa.
In pratica per discriminare i bambini immigrati chiedono alle loro famiglie di esibire certificazioni impossibili da ottenere dai loro paesi di origine.
Ho guardato nei servizi televisivi di questi giorni gli  sguardi dei bambini costretti a pranzare da soli, in un’altra stanza, separati dai loro compagni di scuola, ho ascoltato le loro parole; poi ho sentito alcuni cittadini di Lodi, intervistati sull’argomento, usare espressioni come “zecche dei cani” riferite a quegli stessi bambini e ai loro concittadini di altra nazionalità. Ho provato vergogna per loro, e mi sono domandata come abbiamo fatto ad arrivare fin qui; com'è che nella civilissima Lodi, a noi vicina, simile a tante nostre città, a tanti nostri paesi, si è concesso di arrivare ad umiliare con tale cattiveria dei bambini, facendoli sentire diversi e colpevoli di qualcosa che non si sanno spiegare, perchè ovviamente non esiste.

Nessuno di noi può restare indifferente, serve reagire, con il pensiero, le parole ma anche con le azioni, simboliche ma concrete, come quella di dare un contributo affinchè questi bimbii possano continuare ad accedere alla mensa e allo scuolabus (qui le modalità con cui contribuire al progetto TUTTI I BAMBINI SONO UGUALI – COLMIAMO LA DIFFERENZA promossa dal Coordinamento Uguali Doveri di Lodi). La risposta avuta in queste ore è stata straordinaria, ma non basta.  Combattiamo con i valori democratici e della nostra Costituzione l’ignoranza, l’odio, la violenza strisciante che la destra vuole far crescere: di fronte agli sguardi di quei bambini nessuno può far finta di niente, nessuno può voltarsi dall'altra parte.

Voglio infine segnalare un appuntamento della prossima settimana. Il percorso di avvicinamento al Forum per l’Italia del PD che si terrà il prossimo 27-28 ottobre a Milano passa attraverso alcune "piazze tematiche" promosse dalla Segreteria nazionale. Il 17 ottobre a Roma ci sarà l’appuntamento "Insieme per un futuro sostenibile - Agenda 2030 per trasformare l'Italia": un’occasione importante per sviluppare la sfida della sostenibilità dello sviluppo tracciata dall’Agenda ONU 2030 e confrontarci con tanti soggetti e attori di questa partita decisiva per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Per chi può ed è interessato ci vediamo a Roma; per chi non potrà raggiungerci ci sarà comunque il modo di seguire a distanza l’appuntamento attraverso le dirette dei canali social del PD. 


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