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Martina: con Saviano una battaglia di responsabilità - lettera di Maurizio Martina al direttore de La Repubblica

27 Luglio 2018


Caro direttore, 

l`appello di Roberto Saviano segna una scossa necessaria e interroga e sfida anche noi: le insicurezze, il legittimo bisogno di protezione sono oggi un facile terreno di coltura per chi soffia sul fuoco dei nuovi nazionalismi e dei sovranismi ad ogni latitudine. L`idea che si protegge solo con la chiusura, solo con la distanza da tutto ciò che è diverso, va battuta.
 

Un progetto di società forte

Come? Impegnandoci tutti per un progetto di società forte, in cui contino di più i legami sociali, il valore condiviso. La comunità. Perché rabbia e rancore spesso si alimentano nelle solitudini e chi specula sul disagio può essere sconfitto se organizziamo nella società una nuova prospettiva di impegno. È una battaglia di valori. È un impegno civile, politico e culturale quello che dobbiamo promuovere, ciascuno per la propria parte e secondo le proprie disponibilità. Nessuno escluso.
 

Le energie ci sono, la politica anche

C`è uno spazio di iniziativa più grande di quello che oggi appare. La società italiana è attraversata da esperienze e fermenti positivi, dal desiderio di reagire di tanti che non si riconoscono nella narrazione di un`Italia chiusa e rancorosa. E non si rassegnano alla deriva. Penso a tante voci dell`associazionismo, del Terzo settore e del volontariato, della cultura, a tanti bravi amministratori locali del territorio, e tanti cittadini che credono in un Paese con lo sguardo aperto al futuro. Penso a tanti giovani che ovunque hanno voglia di fare la propria parte, a quelle magliette rosse promosse da don Luigi Ciotti per fermare l`emorragia di umanità e derise da tanti politici di destra. Penso ai lavoratori e a chi combatte coloro che vorrebbero abbassare i diritti, per esempio superando la legge contro il caporalato.
 

Il Pd come alternativa nella società e nelle istituzioni

Il Pd deve ascoltare e contribuire a unire queste voci per scrivere una pagina nuova di riscossa, di ribellione civile. Per costruire così un`alternativa nella società prima ancora che nelle istituzioni. Lunedì saremo a Scampia, dopo Tor Bella Monaca e lo Zen, per imparare e ripartire dal cuore dei quartieri popolari dove la richiesta è il lavoro e l`integrazione, non l`esclusione.
 
Occorre che tutte le voci libere lavorino insieme per vincere questa sfida civile e culturale. Noi tutti dobbiamo metterci al servizio di questa prospettiva, metterci in discussione, per essere all`altezza di questo momento epocale. Non possiamo e non dobbiamo essere timidi e reticenti di fronte a una stagione difficile ma che richiama in campo grandi valori e le ragioni stesse di un`appartenenza. Non rassegnarsi al mondo così com`è, all`egoismo cinico di chi contrappone ultimi e penultimi, alle ineguaglianze e alla precarietà, affrontare le vecchie e nuove povertà, sostenere chi vive condizioni di marginalità e vulnerabilità.
 

Non sdoganare intolleranza e xenofobia

Non accettare passivamente che si possano sdoganare intolleranza e xenofobia. Non consentire la dittatura dell`algoritmo rispetto alla fatica del confronto. Dire no alla propaganda dei porti chiusi su Facebook e del governo forte coi deboli nel Mediterraneo e debole coi forti a Bruxelles.
 
Oggi più che mai occorre questo impegno ancorato ai valori di giustiziasociale e solidarietà. La missione è sempre quella, le risposte devono essere nuove. Per costruirle abbiamo bisogno di coraggio e visione, e dell`apporto di tanti. È una sfida che non ci è consentito combattere divisi.
 
«Odio gli indifferenti» diceva Gramsci. Mai come oggi quella frase urla alle nostre coscienze.


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