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Quella distanza che c'è tra le parole e i fatti - la newsletter di Chiara Braga

23 Luglio 2018

Che si tratti di terremoto, consumo di suolo o dissesto idrogeologico – per stare ai temi di cui più mi sono occupata in questa settimana di lavoro parlamentare - è palese la distanza tra le parole e i fatti di questo Governo. Come era prevedibile, anche il passaggio in Aula non ha portato a nessuna apertura della maggioranza alle tante proposte migliorative presentate dal PD sul Decreto Terremoto rispetto al testo licenziato dal Senato; chiusura totale su alleggerimento delle tasse, sostegno alla ripresa economica, miglioramento delle procedure per la ricostruzione dei territori del Centro Italia colpiti dal sisma di due anni fa. Nessuno ha la bacchetta magica ma come dimenticare la becera propaganda elettorale fatta da Salvini e Di Maio tra i terremotati, cavalcando ogni segnale di insoddisfazione e paura, accusando il sistema della ricostruzione di ritardi e nefandezze, fomentando la protesta contro il Governo (di allora) accusato di essere sordo e incapace di fronte alla sofferenza delle persone? La verità è che il nuovo Governo – quello a guida Lega e 5 Stelle – pur avendone loccasione con questo decreto non ha stanziato un euro in più per famiglie e imprese, non ha rivoluzionato” la macchina della ricostruzione, non ha recepito nessuna delle richieste venute dagli amministratori locali. Ed è stato mortificante, per il Parlamento ma soprattutto per i cittadini delle aree terremotate, assistere al silenzio ottuso dei rappresentanti del Governo e delle forze politiche di maggioranza alle nostre richieste di fornire indicazioni chiare e precise su come e dove si sarebbero date quelle risposte. Noi abbiamo messo in fila quelle richieste in un ordine del giorno sul quale abbiamo impegnato lEsecutivo, ma nelle prossime settimane presenteremo una nostra proposta di legge organica sul terremoto e chiederemo che quelle proposte trovino attuazione al più presto; perché sul terremoto non possiamo permetterci di abbassare la guardia.

 

Di consumo di suolo abbiamo parlato questa settimana in occasione della presentazione del Rapporto nazionale 2018 presentato dal Sistema nazionale per la protezione dellambiente (SNPA) alla Camera dei Deputati. E’ stato utile riprendere la discussione attorno alla necessità di una legge nazionale su questo argomento, partendo proprio dai dati puntuali e oggettivi offerti dal Rapporto: i dati non sono suscettibili né di servilismo né di intimidazione, siano essi di natura economica o, come in questo caso, tecnici e ambientali; può sembrare banale dirlo ma è bene ricordarlo sempre di questi tempi. Un aspetto, tra i molti messi in luce dal Rapporto, merita a mio avviso una particolare riflessione. Nonostante la velocità del consumo di suolo libero sia passata dagli 8 mq al secondo di qualche anno ai poco meno di 2 mq al secondo del 2017, lo studio della dinamica attuale evidenzia come in questultimo anno la tendenza si stia nuovamente invertendo, specie nelle aree in cui maggiori sono stati i segnali di ripresa economica: la pianura padana e il NordEst. A dimostrazione del fatto che la lunga crisi economica di questi anni non è stata loccasione per ripensare il modello di sviluppo insediativo e delle infrastrutture; la mancanza di disaccoppiamento tra crescita economica e trasformazione del suolo naturale ci dice che sbagliava chi negli anni scorsi pensava che non fosse più necessaria una legge per contenere il consumo di suolo. È necessaria una legge nazionale che dia indicazioni omogenee: al Partito Democratico non interessa una legge manifesto ma una legge efficace, che tenga insieme gli obiettivi di salvaguardia del suolo libero e di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente. È fondamentale riprendere subito il lavoro fatto nella scorsa Legislatura e che mi ha visto impegnata in prima persona alla Camera dei Deputati; se per il Governo questa è una prioritàè disponibile la legge già approvata alla Camera nella scorsa Legislatura - e che ho ripresentato a mia prima firma anche in questa.

Tuttavia, anche qui, nonostante le belle intenzioni proclamate dal Ministro Costa e da alcuni rappresentanti Cinquestelle la richiesta del PD di calendarizzare questa legge già nei lavori delle prossime settimane in Commissione Ambiente alla Camera è caduta nel vuoto. Ancora una volta passare dalle parole ai fatti concreti sembra particolarmente difficile per questa maggioranza, forse in questo caso per la distanza enorme registrata tra Lega e una parte dei Cinquestelle su questo tema. 

Infine, in questa settimana si è discusso molto, sulla stampa oltre che in Parlamento, in occasione dellaudizione del Ministro Costa in Commissione Ambiente, della decisione del Governo di  sopprimere la Struttura di Missione Italia Sicura e riportare tutte le competenze in materia di contrasto al dissesto idrogeologico al Ministero dellAmbiente. La messa in sicurezza del territorio è una delle priorità del nostro Paese. Lo dico con convinzione e consapevolezzada quando sono in Parlamento mi sono sempre occupata di questi temi e conosco la fatica del far interessare alla questione della cura del territorio non solo allindomani di qualche calamità, frana o alluvione in qualche parte dItalia. Non abbiamo capito - ma forse il Governo ce lo spiegherà, come gli abbiamo chiesto di fare - quale valutazione è stata fatta sullo stato di attuazione dei programmi di messa in sicurezza del territorio finanziati in questi anni, se si intende o meno confermare il metodo di programmazione delle priorità, in accordo con le Regioni e lo sviluppo di progetti integrati che uniscano la mitigazione del rischio idrogeologico con gli obiettivi di riqualificazione dei corpi idrici e di sviluppo territoriale. Non esiste una soluzione migliore in assoluto, ma quel che colpisce è lansia di smontare immediatamente qualcosa che ha funzionato, in vista di una concentrazione di poteri che non potrà essere esercitata da un Ministero che, per stessa ammissione del Ministro Costa in audizione in Commissione alla Camera, non ha risorse sufficienti per lordinario. Se poi davvero lobiettivo è quello di archiviare la logica dellemergenza non si capisce perché il Ministro Costa, riferendosi ai rifiuti, parli invece sempre di Terre dei fuochi” estese a tutta Italia, evocando unemergenza che diventa la regola e che quindi cancella la straordinarietà di quella condizione.

Le parole sono importanti, cos
ì come i fatti. Ma è soprattutto il pensiero a fare la differenza, perché per sua natura si fonda sulla conoscenza e sulla competenza, fattori così preziosi di fronte alla complessità reale dei problemi e invece così bistrattati in questo tempo. Io credo che il compito del PD sia proprio invece quello di ripartire da lì, da conoscenza e competenza, per contrastare oggi le scelte sbagliate di questo Governo e per costruire unalternativa capace di convincere e di mobilitare intelligenze e energieoggi disperse. 

 

Anche nel nostro territorio abbiamo ricordato in questi giorni la tragica ricorrenza della strage di via D’Amelio, il 19 luglio del 1992 quando a Palermo vennero uccisi dalla mafia il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Emanuela Loi, la prima donna a far parte di una scorta e anche la prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio. In unacommemorazione semplice ma sentita, che ha visto unite varie forze politiche e sociali, movimenti e associazioni, riunite a Mariano Comense, proprio nel Parco comunale intitolato ai giudici Falcone e Borsellino. E anche in questo caso, viene da pensare a quanta distanza c’è tra le parole e i fatti: erano del tutto assenti le forze politiche che oggisono al governo del Paese e della Lombardia, dove la presenza della mafia e della ndrangheta è diffusa e ancora troppo sottovalutata. Non dimenticare e rendere omaggio al sacrificio di Paolo Borsellino, delle donne e degli uomini della sua scorta, di tutte le vittime di mafia, anche quelle meno note e ancora sconosciute, significa prima di tutto non girare la testa dallaltra parte e contrastare con loperato fondamentale delle istituzioni e con limpegno individuale e collettivo gli atteggiamenti mafiosi, che si traducono in violenza e sopraffazione nelle nostre comunità. Penso a quanto è accaduto meno di un anno fa a Cantù, nella piazza centrale della città, dove negli esercizi pubblici spadroneggiavano personaggi affiliati alla ndrangheta; una vicenda archiviata dai rappresentanti di primordine della Lega al governo della città come episodi di bullismo paramafioso. Conoscenza e competenza sono essenziali anche in questo caso, molto più di un video su FB o di un tuffo nella piscina di un bene confiscato (molti anni fa, non ora) alla mafia, come pensa l’attuale Ministro degli Interni.

Con il Partito Democratico di Como abbiamo organizzatonellambito della Festa provinciale de l'Unità che si tiene Cantù uniniziativa dedicata proprio a questo tema: venerdì 27luglio alle 21 con Andrea Orlando, già Ministro della Giustizia, e Franco Mirabelli, vicepresidente dei Senatori PD e già capogruppo in Commissione Antimafia. Un’occasione per conoscere, per riflettere e per confrontarsi.



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