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Sguardi lunghi e orecchio a terra - la newsletter di Chiara Braga

15 Luglio 2018

L’esordio in aula questa settimana del Governo Lega-5Stelle non è certo stato dei migliori. Il primo decreto legge portato in discussione alla Camera – quello sul regolare svolgimento dei processi a Bari – si è arenato per una giornata intera sull’incapacità del Ministro della Giustizia, il grillino Bonafede, di spiegare come mai l’immobile affittato dallo Stato per accogliere temporaneamente gli uffici giudiziari risulta essere di proprietà di un soggetto privato, sospettato di aver prestato soldi a organizzazioni criminali mafiose. In una giornata farcita da silenzi imbarazzati della maggioranza, minacce ai deputati da parte del sottosegretario alla Giustizia, risse in aula tra esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia (il leghista comasco, on. Zoffili, ha pensato bene di dar prova così della sua presenza in Parlamento) abbiamo appreso che legalità e trasparenza non vanno più di moda, ora che leghisti e grillini sono al Governo insieme. In Commissione Ambiente la discussione sulla conversione del decreto legge sul terremoto del centro Italia ha registrato unachiusura totale dell’Esecutivo e della maggioranza rispetto a tutte le proposte di miglioramento che i vari gruppi avevano presentato; gli emendamenti del PD su sospensione delle tasse, misure per le imprese, sostegno alla ricostruzione nelle regioni colpite dal sisma sono stati tutti respinti, nonostante su quegli stessi punti il Governo si fosse impegnato, nel precedente esame al Senato, a fornire alla Camera le tante risposte attese da amministratori, cittadini e imprese. Anche in questo caso abbiamo capito che lemille promesse fatte in campagna elettorale per questo Governo valgono meno di zero: nessuna bacchetta magica per la ricostruzione e nemmeno un euro in più per il terremoto, con l’aggravante che in questo caso la propaganda della campagna elettorale è stata fatta da Salvini e Di Maio sulla pelle di comunità ancora pesantemente provate dal sisma di due anni fa. E la settimana che sta per iniziare non si preannuncia certo più incoraggiante, se il famigerato decreto “dignità” – di cui avremo occasione di parlare nel dettaglio più avanti – dopo una lunga attesa sta per iniziare il suo percorso parlamentare accompagnato dall’incredibile polemica generata dal Ministro del Lavoro Di Maio sul “complotto” di una “manina” che avrebbe manomesso la relazione tecnica di accompagnamento al decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri. Non fosse tutto vero su quest’ultimo punto verrebbe persino un po’ da sorridere. La verità, drammatica, è che appena tocca fare i conti con laconcretezza dei problemi reali questo Governo dimostra tutta la sua inadeguatezza. Bravissimi ad evocare invasioni ed emergenze, a cavalcare paure e malcontento, Lega e 5 Stelle continuano a non occuparsi delle questioni vere ed urgenti del Paese; in molti casi, al contrario, rischiano di produrre danni alla credibilità internazionale e alla difficile ripresa che in questi anni i nostri Governi avevano faticosamente messo in moto. Un’Italia sempre più isolata in Europa, la messa in discussione dell’affidabilità per investitori e partner commerciali importanti, una guerra latente dentro lo stesso Governo tra Ministri interessati solo ad aumentare il proprio consenso (Salvini e Di Maio ne sono i campioni) e Ministri tenuti a garantire un minimo di stabilità del Paese (Tria all’Economia e Trenta alla Difesa in questi giorni) sono indizi preoccupanti di quel che ci aspettarà nei prossimi mesi. Ma anche un monito per provare ad organizzare al meglio la nostra opposizione. Per usare un’immagine nota ai più, non penso che potremmo attardarci molto a “mangiare pop-corn”; e non basterà nemmeno concentrare tutte le nostre forze nel contrastare punto su punto e giorno per giorno, come pure è giusto fare, le scelte sbagliate di questo Governo. Probabilmente di fronte alla mancanza di soluzioni vere ai problemi reali di famiglie, lavoratori, imprese, con il tempo si ridurrà l’ubriacatura di consenso di cui oggi beneficiano le forze al governo; nel frattempo però sarà determinante che il PD, possibilmente non da solo e anzi costruendo alleanze con altre forze politiche e sociali, renda chiara la sua proposta di alternativa.  Resto convinta che un’agenda di questo tipo non si costruisce solo per reazione alle cose fatte o non fatte da chi oggi guida il Paese o per confronto rispetto a quanto fatto dai nostri Governi. Serve capacità di leggere più in profondità le tensioni che attraversano la società italiana, le ragioni vere di quel senso di insicurezza e rabbia oggi così diffuso. E per far questo ci serve la capacità di mettere “l’orecchio a terra”, di studiare, ascoltare e capire, sapendo che tutto ciò richiede un tempo più lungo e impegnativo di quello di un tweet. Credo che la nuova Segreteria che Maurizio Martina ha nominato in questi giorni, da qui fino alla convocazione del Congresso del PD del prossimo anno, debba lavorare soprattutto in questa direzione, per aiutare a far diventare questo sforzo uno sforzo di molti, di un’intera comunità politica e non di una somma di (poche) individualità. Più che le polemiche di queste ore sarebbe bene che ciascuno provasse a fare la sua parte, “per condividere anziché dividere, per passare dall’opposizione all’alternativa” come ha giustamente chiesto il nostro Segretario Martina. Mi sono ritrovata molto nelle parole che ha utilizzato Roberta Pinotti, intervenendo in una bella iniziativa sull’Europa alla Festa de L’Unità di Cantù: abbiamo bisogno di “sguardi lunghi”, di passione e di competenza. E forse anche di un po’ più di rispetto tra noi, per lo sforzo non facile di chi si trova a guidare il nostro Partito in questo momento e di chi, da volontario alle Feste de L’Unità, da iscritto, militante o semplice elettore, continua a pensare che il PD meriti la sua fiducia e il suo sostegno.
 
La mia settimana parlamentare si è chiusa comunque con una nota di soddisfazione: la Camera dei Deputati ha approvato, come primo atto parlamentare della Legislatura, unamia proposta di legge per l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlate: laCommissione “Ecomafie” di cui sono stata Presidente nella precedente Legislatura. L’auspicio è che il Senato arrivi in tempi rapidi all’approvazione definitiva della legge istitutiva, così che la Commissione possa essere reinsediata e proseguire nel fondamentale lavoro di indagine sui fenomeni di illegalità ambientale condotto nella precedente Legislatura – 26 Relazioni approvate, alcune su temi di grande rilevanza, come il fenomeno degli incendi in impianti di rifiuti, le bonifiche, il traffico transfrontaliero di rifiuti - fornendo spunti importanti per il lavoro del Parlamento e del Governo.
Meno positivo invece il riscontro avuto alla mia interrogazione urgente sottoposta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul completamento di Pedemontana lombarda: nessuna risposta sul secondo lotto della Tangenziale di Como, sulla gratuità del primo lotto e sulla realizzazione delle opere di compensazione ambientale. Purtroppo la Lega che governa in Regione Lombardia e a Roma ha tradito tutte le promesse fatte a cittadini, amministratori e imprese del territorio in campagna elettorale: nessuna certezza sui tempi e sulle soluzioni ai problemi e nessun impegno finanziario per completare l’opera. La presa in giro della Lega che in Regione vota le proposte del PD per il completamento di Pedemontana e che al Governo, per bocca di un suo rappresentante, il viceministro alle Infrastrutture Rixi, se ne lava le mani, è un’offesa ai comaschi e a tutti i lombardi. Noi comunque continueremo ad impegnarci per sollecitare il Governo ad assumersi le sue responsabilità, lavorando insieme ai nostri rappresentanti in Regione e sul territorio.


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