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Copyright, Sassoli su Democratica: da Lega e Cinque stelle atteggiamento vergognoso

05 Luglio 2018

“Ha perso la politica, hanno vinto le multinazionali”. È severo il commento dell’europarlamentare dem e vicepresidente del Parlamento europeo, David Sassoli, dopo il voto contrario della Plenaria all’avvio dei negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva per la riforma del copyright.

Il testo – respinto con 318 voti contrari, 278 favorevoli e 31 astenuti – tornerà a essere esaminato e votato dalla prossima sessione plenaria del Pe a settembre. Intanto però la preoccupazione espressa da Sassoli è che questo slittamento possa danneggiare i piccoli editori e gli autori, a scapito delle istanze delle multinazionali.

“C’è stato un assalto molto violento da parte di chi sosteneva che il provvedimento toccasse la libertà della rete – ci racconta l’eurodeputato – ma non è vero. La volontà della direttiva è quella di proteggere le piccole e medie realtà e tutelare un principio importante. E cioè che il lavoro si paga”.

Il riferimento è alle polemiche secondo cui la nuova direttiva avrebbe messo un bavaglio a internet, trasformando la rete in maniera radicale rispetto a come l’abbiamo conosciuta finora. In realtà, già nei giorni scorsi, più volte diversi europarlamentari sono intervenuti per chiarire che le nuove norme in discussione non riguardano gli usi privati di link e gli usi non commerciali, come nel caso di Wikipedia. E lo stesso testo del provvedimento era stato modificato a fine giugno per evitare interpretazioni troppo ampie da parte degli Stati membri chiamati ad applicare la direttiva.

E allora perché un’azione così clamorosa come quella di oscurare le pagine dell’enciclopedia più consultata del mondo? “Perché dietro ci sono le multinazionali che finanziano Wikipedia e non vogliono che si discuta su questo”, spiega Sassoli. “La protesta di Wikipedia – continua l’esponente dem – è assurda proprio perché la piattaforma, come tutte le enciclopedie online non sarebbe stata toccata dalla direttiva”.

Ma non sono state solo le multinazionali ad opporsi. Anche M5s e Lega hanno applaudito alla bocciatura di oggi. Un atteggiamento definito dall’eurodeputato una “vergogna”. “Sia Lega che M5s hanno fatto credere che dal voto di oggi sarebbe uscita una legge e che domani sarebbe cambiato tutto. Invece hanno dimostrato solo di non sapere come funzionano le istituzioni europee”.

Difficile non pensare all’attuale ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ex europarlamentare di lungo corso, ma di poche presenze. “Evidentemente non ha imparato un granché”, ironizza Sassoli. “Quello di oggi era solo il voto per dare il via alla negoziazione tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Se ci fosse stato l’ok lo stesso Governo italiano, in seno al Consiglio, avrebbe potuto intervenire per modificare e, se lo credeva necessario, migliorare il testo”.

Invece il governo ha scelto la propaganda, alimentando un clima già altamente esasperato. L’augurio è che il no di oggi possa almeno allentare la tensione su un provvedimento atteso da tempo e che a settembre potrà essere ripreso con maggiore serenità. La speranza, spiega Sassoli, è che si possa finalmente “tutelare i piccoli editori senza penalizzarli”. “Il lavoro ha un valore e deve essere pagato. Questo – conclude – è un diritto fondamentale”.

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