L’Assemblea nazionale del Pd si terrà – dice Maurizio Martina a Agorà – “a metà luglio (probabilmente la data sarà quella del sabato 14 anche se qualcuno non esclude una data più hard come quella di domenica 15…), una riunione che secondo le intenzioni del “reggente” dovrebbe fissare “il percorso” del dibattito del partito nei prossimi mesi.
E’ ancora presto per certificare le possibili decisioni dell’Assemblea ma stando alle voci già rimbalzate su alcuni quotidiani la riunione del parlamentino dem potrebbe eleggere Marina segretario effettivo, dunque non più “reggente”, e contestualmente stabilire che il congresso si terrà dopo le elezioni europee di metà 2019.
Una scelta che eviterebbe spaccature e conte, inevitabili in un congresso con le primarie, e che metterebbe al riparo l’unità di un gruppo dirigente allargato – è sempre stata questa l’idea di Martina – in vista della sfida cruciale contro i populisti di destra come sarà appunto quella delle europee, una sfida nella quale, anzi, occorrerà in qualche modo costruire un “campo” democratico più vasto del solo Pd. Dopo le europee si vedrà, è il ragionamento che sembra essere condiviso un po’ da tutte le anime del partito: senza escludere – tutt’altro – un’implosione del governo gialloverde, stressato dalla incessante offensiva salviniana e prevedibilmente avaro di risultati concreti.
Non è detto però che tutti siano d’accordo con questa opzione, e proprio per questo dalla settimana prossima – a ballottaggi effettuati (circola un certo ottimismo) – si intensificheranno i contatti e le riunioni per capire se l’assemblea di luglio si possa concludere con un’intesa unitaria sull’ipotesi che abbiamo descritto.