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Se questo è il cambiamento - la newsletter di Chiara Braga

17 Giugno 2018

A leggere i quotidiani di questi giorni balza subito all’occhio il cambiamento del nuovo Governo Lega-5 Stelle.

Una settimana fa, a urne aperte, il Ministro dell’Interno dava il via alla nuova fase di propaganda di governo: il respingimento della nave Aquarius con a bordo 629 persone – di cui 120 minori - salvate dalla nostra Guardia Costiera ma poi costrette a vagare esauste per oltre sei giorni nel Mar Mediterraneo prima di approdare in Spagna. Le minacce del nuovo Governo – grillini in testa – sulla chiusura dei nostri porti a qualsiasi nuova operazione di soccorso dei migranti. Le accuse lanciate all’Europa – già, ma quando in Europa si discuteva di revisione delle regole di governo dell’immigrazione Salvini, parlamentare europeo, è sempre stato assente – e tensioni con gli altri Paesi europei, ovviamente non i suoi “amici” del gruppo di Visegrad, quelli che in questi anni si sono sempre rifiutati di condividere con l’Italia e gli altri Paesi affacciati sul Mediterraneo l’onere della gestione dei flussi migratori.
Emergenze inesistenti evocate in un’opinione pubblica in larghissima parte disinformata, la faccia più volgare della destra al potere (“non decidono loro dove finire la crociera”, “in difficoltà per il maltempo? Problemi loro”) – mischiata all’ipocrisia di chi usa strumentalmente il fatto di essere “papà” e si comporta invece come un bullo interessato solo a mostrare i muscoli, invece di costruire soluzioni vere a un problema complesso come l’immigrazione.
Ho provato vergogna in questi giorni di fronte alle posizioni assunte dall’Italia, ma anche rabbia, lo ammetto, sentendo i giudizi che alcuni continuano a dare sull’operato del nostro Governo, e in particolare del Ministro Minniti, su questi temi.
Possibile che non si riconosca nemmeno oggi la distanza abissale che c’è tra il lavoro che avevamo iniziato a fare in Europa e nel Mediterraneo per governare il fenomeno dell’immigrazione e questa propaganda suicida e disumana messa in campo nel giro di una settimana da Salvini e dal “suo” Governo?
Può darsi che per ora, come dice Pagnoncelli su Repubblica, 6 italiani su 10 stiano con Salvini sulla chiusura dei porti, pur riconoscendo che gli sbarchi si sono già ridotti sensibilmente nel 2018, e forse oggi gli italiani in larga misura si sentono rassicurati da chi racconta che basta alzare un po’ la voce per far cambiare la musica in Europa.
Presto però arriverà il momento di dimostrare come si fa a passare dai proclami ai risultati veri; credo che noi dovremo soprattutto chiedere conto di quelli al nuovo Governo, senza tuttavia tentennare nemmeno un secondo nel condannare e contrastare in ogni momento la negazione di valori fondamentali che fanno parte della nostra civiltà e che abbiamo visto già calpestati in questi giorni. 
 
Ma il cambiamento non si ferma qui. Basta guardare quel che sta succedendo nella Capitale in questi giorni, alla vicenda degli arresti per presunta corruzione attorno al nuovo stadio della Roma.
Sulle responsabilità dei singoli saranno le indagini e gli esiti giudiziari a fare chiarezza; ma ci sono alcuni dati politici che meritano da subito qualche riflessione.
Il contesto è quello di un progetto di trasformazione urbanistica rilevante per la città, attorno a cui si muovono soggetti di varia natura, che intrecciano interessi privati e rapporti con la politica e l’amministrazione cittadina: l’avvocato Lanzalone, piazzato a fianco della Sindaca Raggi dagli attuali Ministri grillini Bonafede e Fraccaro, per seguire tutti i dossier più importanti, tra cui quello del nuovo stadio, pur senza avere nessun incarico o ruolo ufficiale nell’amministrazione. Una persona “di riferimento” del Movimento 5 Stelle, che aveva pieno accesso e influenza sul governo della cosa pubblica della città e che lo stesso Movimento aveva deciso di premiare (ha usato esattamente questo termine Di Maio, in una intervista radiofonica) nominandolo Presidente di ACEA, grande società municipalizzata che si occupa di acqua, energia e ambiente (sempre a proposito di merito e onestà, ovviamente: la presidenza elargita come regalo a un grande amico).
Con lui aveva particolare confidenza il costruttore Parnasi, interessato a realizzare il progetto del nuovo stadio, per ottenere “garanzie” sul risultato, a Roma e non solo, grazie ai rapporti strettissimi di Lanzalone con i vertici del Movimento 5 Stelle. Ma anche Parnasi aveva amicizie importanti, con la Lega e in particolare con Salvini e Giorgetti: cene, pranzi, benedizioni (lo dice ai giornali un ex Monsignore, che si sa non dice bugie!), centinaia di migliaia di euro di finanziamento a associazioni “amiche” della Lega, al punto dal proporsi come “sensale” dell’unione tra leghisti e grillini per la formazione del nuovo Governo, quello del cambiamento appunto.
E siccome le date sono importanti, a proposito di “trasparenza” e di “contratto di governo” scritto alla luce del sole sotto gli occhi dei cittadini: le conversazioni dicono che a gennaioquesti soggetti speravano nel successo di 5 Stelle e Lega e a marzo, subito dopo le elezioni, davano già per certo il governo di 5 Stelle e Lega.
Certo è che i due principali protagonisti di questa vicenda, Lanzalone e Parnasi, sono persone che hanno legami molto stretti con gli attuali viceministri del nuovo Governo, Di Maio e Salvini; certo è che il Movimento 5 Stelle e la Giunta Raggi ancora una volta sono coinvolti in una brutta vicenda che ha a che fare con ipotesi di corruzione e mala gestione della cosa pubblica (ma non erano i grillini quelli che strillavano contro i costruttori-palazzinari?).
Certo è che il modello di governo applicato alla Capitale (al netto della Raggi su cui stenderei momentaneamente  un pietoso velo di silenzio) mette in luce tutti i limiti e i pericoli del modello grillino.
Come dice in maniera molto efficace Claudio Cerasa su un articolo de Il Foglio di qualche giorno fa è “l’ascesa di una nuova classe dirigente vuota, scelta prima di tutto per essere facilmente manipolabile”.
Avere svuotato di senso la politica, averla ridotta un deserto in cui non contano più nulla competenza, struttura, organizzazione, ha prodotto un risultato angosciante: lo spazio della politica, delle scelte e della responsabilità è prateria di conquista per altri, che agiscono secondo obiettivi e interessi spesso molto diversi dalla ricerca dell’interesse generale.
Riflettere su questo aspetto penso sia utile e doveroso anche per il PD, da una posizione di minoranza. Per capire con chi abbiamo a che fare ed organizzare al meglio l’opposizione, ma anche per ragionare sul nostro futuro, come Partito; riscoprire il valore e il senso della politica è una necessità anche per noi.
 
Qui sotto trovate un resoconto delle questioni su cui ho lavorato questa settimana, che riguardano il nostro territorio.
Ho avuto un colloquio stringente e ritengo utile con il nuovo Assessore regionale alle Infrastrutture, Claudia Maria Terzi: bisogna vigilare e incalzare Governo e Regione perché alle tante parole sentite in questi anni seguano impegni concreti e tempestivi.
In particolare segnalo la preoccupazione rappresentata all’Assessore regionale sul completamento delle opere connesse a Pedemontana: variante di Bregnano-Cermenate, vasca di laminazione del Lura e Greenway, opere di compensazione importanti e dovute per un territorio che ha già pagato un sacrificio molto alto per la realizzazione dell’autostrada pedemontana. E naturalmente la tangenziale di Como; alle promesse tradite sulla gratuità del primo lotto si somma l’incertezza sulla realizzazione del secondo lotto, soprattutto dopo la decisione della Giunta Fontana di bloccare l’accordo con ANAS e le ambiguità del nuovo Ministro delle Infrastrutture grillino.

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