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Sbrollini: lo scandalo dello stadio della Roma dimostra l'opacità nella gestione pubblica del M5S

14 Giugno 2018

Sulle vicende legate al nuovo stadio della Roma ci sono sedici indagati e nove arresti, tutti tra politici e imprenditori dove compare anche l’imprenditore Luca Parnasi e il presidente di Acea e consulente del M5s Luca Lanzalone. Sono tutti coinvolti nell’inchiesta per tangenti e procedure amministrative illecite nella realizzazione dello stadio a Tor di Valle. L'accusa è pesantissima: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive.
Quelli del M5s si sono presentati come baluardo dell’onestà e della trasparenza, invece in soli 2 anni la gestione dell’amministrazione pubblica romana da parte della giunta appare opaca e confusa. Non solo il caso Marra, non solo l’evidente incapacità nella gestione dell’amministrazione ordinaria, ora anche un altro scandalo che coinvolge collaboratori e consulenti del cerchio grillino.
La giunta Raggi aveva scelto di bloccare tutto il Paese ed il nostro Comitato Olimpico nel perseguire il progetto di Roma 2024, per lo stadio della Roma invece le pressioni locali non hanno consentito all’amministrazione comunale di lavorare in modo indipendente e nel pieno rispetto del bene comune.
Lo sport, gli impianti sportivi e le attività commerciali connesse possono essere una grandissima leva di crescita economica ed occupazionale. Tutto però dev’essere impostato nell’interesse prioritario del territorio ed in forma sostenibile.
Condivido totalmente la posizione di Raffaele Cantone in risposta a quando accaduto e cioè che serve al più presto una normativa che regolamenti l’azione di lobby e che regoli i rapporti tra i privati e la politica quando in gioco ci sono leggittimi interessi sia privati che pubblici.
Il Partito Democratico in Consiglio Capitolino ed in Parlamento vigilerà attentamente su quanto avvenuto, nel frattempo non possiamo che augurarci che la giustizia faccia emergere al più presto tutte le verità.

Sen. Daniela Sbrollini


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