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Franco Mirabelli: intervento in Senato durante la discussione sul Governo Conte

05 Giugno 2018


Signor Presidente,

in una Repubblica parlamentare è qui, in quest'Aula, che il Governo ottiene la fiducia. Voi state dando la fiducia ad un primo Ministro che non è stato eletto dai cittadini. (Commenti dal Gruppo M5S). Ad una coalizione che non è stata scelta dai cittadini e ad un Governo in cui ci sono molti tecnici. Fino a qualche mese fa in quest'Aula le forze politiche dell'attuale maggioranza consideravano Governi siffatti abusivi: non lo erano allora, non lo sono neanche ora. Ora come prima, la legittimazione viene dal Parlamento. Noi non faremo opposizione mettendo in discussione la legittimità di questo Governo, non perché ce lo dice il Presidente del Consiglio, ma per rispetto alle Istituzioni e ai cittadini. (Applausi dal Gruppo PD).
Presidente, lei ha chiesto all'opposizione di collaborare, spiegandoci cosa dobbiamo fare. Non c'è bisogno e la informo che quelle che lei ci ha presentato come sue possibili concessioni future, sono nostri diritti previsti dal Regolamento di quest'Assemblea parlamentare. (Applausi dal Gruppo PD). Presidente, possiamo garantirle che faremo opposizione sulle cose. La faremo guardando all'interesse del Paese. Siamo parlamentari - come dice l'articolo 67 della Costituzione - che rappresentano il Paese; rappresentiamo la Nazione e non siamo, come ci ha chiamato prima, mediatori tra lei e i cittadini. (Applausi dal Gruppo PD).
Abbiamo ascoltato le sue dichiarazioni programmatiche e le devo dire che alcune le condividiamo, altre sono un elenco di problemi dei cittadini, altre ancora sono buone intenzioni su cui è difficile non essere d'accordo. Come si fa a non essere d'accordo quando si parla di certezza della pena, di lavoro per tutti, di salari giusti, oppure di consegna delle opere pubbliche nei tempi giusti? Come si realizza però tutto ciò? Con quali risorse? È questo il punto.
Presidente, tutti noi pensiamo di lavorare per i cittadini, non c'è una vostra superiorità morale. (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Lonardo). Non siete gli unici a lavorare o ad aver cercato di lavorare per il bene dei cittadini. Lo abbiamo fatto quando eravamo al Governo, lo faremo da opposizione. Il punto è che ora anche voi dovrete misurarvi con la complessità delle cose, le risorse limitate e la difficoltà di scegliere le priorità; di tutto ciò non c'è traccia nel suo intervento.
Lei ha detto di lavorare per consegnare ai figli e ai nipoti un Paese migliore. Mi pare invece che il contratto, su cui lei stesso ha detto si fonda il suo Governo, serva a fare altro, a garantire promesse elettorali. Non trovo un'idea di futuro quando si pensa che si debbano mettere grandi risorse per abbassare le tasse ai ricchi. Che idea di futuro c'è se ci occupiamo solo di chi dovrà andare in pensione nei prossimi dieci anni e non esiste il tema di come garantire una pensione a chi oggi è giovane? (Applausi dal Gruppo PD). Che futuro c'è se ci collochiamo con chi vuole un'Europa che torna indietro, che costruisce muri (Applausi dal Gruppo PD) e non che cambia per poter essere più forte, più rappresentativa dei cittadini e più equa? No, guardi, il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti nel discorso che oggi lei ha fatto in quest'Assemblea non c'è.
Presidente, ho apprezzato le sue parole e la standing ovation quando c'è stata la dichiarazione d'impegno contro le mafie. Registro però che non c'è nulla al di là dei buoni propositi, né nel suo discorso, né nel contratto.
Mi fa piacere che il Governo voglia applicare le leggi fatte nella scorsa legislatura, a partire dal nuovo codice antimafia, utilizzando tutte le possibilità che esso dà per colpire nei suoi interessi economici e finanziari le mafie, colpendo le mafie dove fa loro più male: i soldi. Ma da un Governo si aspettano segni più chiari ed espliciti da rivolgere al Paese che una semplice dichiarazione di principio. Bisogna dare il segnale che la lotta alla mafia è una priorità.
Vede, Presidente, il giorno in cui il Papa ha fatto una scelta importantissima, cioè svolgere per la prima volta la processione delcorpus domini fuori da Roma, facendola a Ostia proprio per sottolineare un forte impegno prioritario della Chiesa contro le mafie, quello stesso giorno il Ministro degli interni era a Pozzallo e non ha detto una parola contro la mafia. (Applausi dal Gruppo PD). Ha spiegato con dovizia di particolari come rimpatrierà 550.000 immigrati, come libererà le nostre strade, ma non ci ha spiegato come vuole essere punto di riferimento per la lotta alla mafia.
Quello stesso giorno è stato ucciso a San Ferdinando un immigrato, un sindacalista, che si batteva contro i caporali e difendeva centinaia di persone che condividevano la sua stessa condizione di sfruttamento. Bene il cordoglio, ma mi aspettavo anche rassicurazioni sul fatto che si farà di tutto per fare luce su quello che è successo. Mi aspettavo un vertice per coordinare le indagini, un impegno chiaro, una volontà esplicita di applicare la legge contro il caporalato.
Sono segni, Presidente, e ho finito: segnano la differenza tra un dovere d'ufficio, come quello necessario di ricordare un ragazzo morto, e un impegno reale contro le mafie e la criminalità. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).
 

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