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La newsletter di Chiara Braga

15 Aprile 2018




"Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio la guerra” scriveva nella sua filastrocca “Promemoria” Gianni Rodari, di cui proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della scomparsa.


E invece la guerra c’è e colpisce anche i bambini, in tante parti del mondo.

In Sud Sudan, come ci hanno ricordato i Medici con l’Africa del CUAMM che portano cure e sostegno alle migliaia di persone stremate da anni di guerra civile e dalla carestia, supportati dalla cooperazione internazionale in cui l’Italia è tornata ad investire con i governi di centrosinistra.

E in Siria, teatro di un conflitto che prosegue da ormai sette anni e che ci è entrata in casa con le immagini terribili dei bambini vittime delle armi chimiche impiegate dal regime di Assad sulla popolazione inerme di Douma. La reazione a quell’attacco è stata l’offensiva militare di Usa, Francia e Gran Bretagna di ieri notte, lo scontro con la Russia, le tensioni dentro il Consiglio di Sicurezza dell’Onu e il rischio di una deleteria escalation militare.

Bene ha fatto il Presidente Gentiloni a rappresentare con forza la posizione italiana, rilanciando e sostenendo l’iniziativa diplomatica in sede europea ed internazionale, per costruire una soluzione politica ad una situazione che non può essere risolta con le armi. Il Partito Democratico ha condiviso da subito questa posizione (qui l’intervista   di oggi di Piero Fassino, responsabile esteri del PD https://www.partitodemocratico.it/esteri/fassino-crisi-siria/) senza le ambiguità che abbiamo letto nelle dichiarazioni di una parte delle forze politiche in questi giorni.

L’aggravarsi della situazione internazionale ha reso ancora più evidente quantecontraddizioni ci siano negli schieramenti premiati dall’esito elettorale del 4 marzo: non solo tra Movimento 5 stelle e centrodestra, ma anche tra Lega e Forza Italia. Questione ben più profonda e preoccupante del teatrino andato in scena al termine delle consultazioni al Quirinale tra Berlusconi e Salvini, delle accuse e degli insulti che si sono scambiati in questi giorni, salvo poi continuare ad “accomodarsi” nell’occupazione delle poltrone istituzionali. 

Di fronte a un quadro così critico cresce la preoccupazione, nostra e di molti osservatori, per l’incapacità del Movimento 5 Stelle e del centrodestra di proporre al Presidente della Repubblica un possibile sbocco alla situazione di stallo certificata dall’esito del secondo giro di consultazioni. Proprio mentre sarebbe necessario accelerare e dare al Paese una guida di governo autorevole e nella pienezza dei poteri, utile anche a rafforzare la posizione dell’Europa e della comunità internazionale nella difficile gestione della crisi.

Quella che si aprirà nei prossimi giorni, sotto la guida del Presidente Mattarella, sarà molto probabilmente una fase nuova del post elezioni; il Partito Democratico dovrà presentarsi unito e responsabile, ponendo con chiarezza e determinazione i punti fermi ai quali ancorare il nostro contributo ai passaggi che saremo tenuti ad affrontare.

Anche per questi motivi si è deciso di posticipare di qualche giorno l’Assemblea nazionale del PD fissata per il 21 aprile. Inutile negare la presenza di punti di vista e spinte divergenti e nemmeno l’esigenza di dare in tempi ragionevoli un assetto stabile e pienamente operativo alla guida del nostro partito, ma sarebbe una prova di immaturità politica anteporre in un momento così delicato le nostre esigenze a quelle del Paese.

Resto convinta che la discussione, come quella che i gruppi parlamentari hanno iniziato a svolgere questa settimana o quella che alcune di noi hanno sollecitato pubblicamente, rispetto al ruolo delle donne nel nostro Partito e soprattutto alle tante questioni e difficoltà che gravano sulla vita quotidiana delle donne nel nostro Paese, sia fondamentale per ripartire. Ma non può essere solo un’esercizio di stile; dobbiamo essere disposti ad ascoltare, approfondire, affrontare fino in fondo i nostri limiti e contraddizioni; capire cos’èoggi la società italiana, da quali tensioni è attraversata, quali paure e bisogni esprime, forse in modo confuso e contraddittorio, da cui non possiamo sfuggire.

In questi giorni abbiamo concluso gli incontri territoriali promossi dalla Segreteria provinciale nei Circoli, con i nostri iscritti e militanti; una partecipazione importante, voglia di discutere e di confrontarsi, anche con punti di vista e ricette diverse. Purtroppo non sono riuscita a partecipare a tutti gli incontri, a causa della mia nomina per il gruppo dei Deputati PD nella Commissione Speciale della Camera che dovrà esaminare gli atti parlamentari non rinviabili, fino alla formazione delle commissioni ordinarie. Credo però che il lavoro di ascolto e di confronto a livello territoriale dovrà continuare nelle prossime settimane e prevedere, oltre all’Assemblea provinciale, anche passaggi di approfondimento e di apertura alla società comasca.
Sarebbe bello ricevere qui braga_c@camera.it i vostri suggerimenti per aiutarci a costruire insieme i prossimi passi.

 

 

 

ECONOMIA CIRCOLARE, A ROMA GLI STATI GENERALI DEI CONSORZI

Questa settimana ho partecipato, presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Roma Tre, al primo incontro degli Stati Generali dei Consorzipromossi dal Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo dell'iniziativa è quello di sviluppare, attraverso l’innovativo metodo dell’elaborazione partecipata, una piattaforma programmatica per l’analisi delle opportunità, degli ostacoli, nonché delle politiche e delle misure necessarie per migliorare la qualità del settore.

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EMERGENZA SUD SUDAN, MEDICI CON L'AFRICA CUAMM

Si è tenuto mercoledì 11 aprile 2018, a Roma, al Casino dell’Aurora Pallavicini, l’evento "Emergenza Sud Sudan”. Un’occasione per richiamare l’attenzione sulla situazione del Sud Sudan  e sulla sua drammatica emergenza, perché non sia dimenticata,  per ricordare l’immane sofferenza di donne e bambini del più giovene dei 54 Paesi Africani, che nel 2011 ha ottenuto, con un referendum, l'indipendenza dal Sudan, ma che dopo il colpo di stato del 2013 si è trasformato in un campo di battaglia, dove si combatte, si muore e dal quale si fugge in massa.

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MORTI E SICUREZZA SUL LAVORO

Sicurezza è la parola che più ha riempito la campagna elettorale da poco terminata e cheoggi, sgonfiata della propaganda mediatica, continua  comunque ad essere al centro delle discussioni della gente comune. Di sicurezza e di protezione si parla un po’ ovunque e molto spesso lo si fa associando i termini di immigrazione e criminalità. Una sorta di automatismo mentale difficile da ricontestualizzare che rischia di farci perdere di vista i tanti altri ambiti in cui sicurezza e protezione sono altrettanto (se non più), rilevanti. Uno di questi ambiti è il lavoro.

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Il dovere di guardare quei bambini (G.Riva) - la Repubblica
 

'Comunità' e 'Identità' sono parole di sinistra(F.Ronchi) - la Repubblica
 

 

  

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