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Gioco: Mirabelli, ripresenterò il Ddl di riordino complessivo del settore con gli elementi migliorativi dell’accordo Stato-Regioni

04 Aprile 2018



“Penso che si debba riprendere in mano il documento finale della Conferenza Stato-Regioni, tradurlo in un disegno di legge e approvarlo, visto che è il frutto di un lavoro condiviso per ridurre la domanda e l’offerta di gioco in questo Paese. Sicuramente ripresenterò il mio disegno di legge di riordino complessivo, con gli elementi migliorativi emersi dai lavori della Conferenza, quindi, una riduzione più significativa delle sale giochi e della presenza di slot machines in luoghi pubblici che non sono destinati al gioco, maggiori garanzie per la salute dei giocatori che riguardano le caratteristiche che devono avere i responsabili delle sale o anche l’utilizzo della tessera sanitaria come documento identificativo per poter giocare e per affrontare il tema del riciclaggio e della legalità”. Lo annuncia il senatore PD Franco Mirabelli, in un’intervista pubblicato dalla rivista GiocoNews.
In merito ad orari e distanze, “in Conferenza Stato-Regioni si è trovato un buon punto di equilibrio, stabilendo quante sono le sale gioco previste per ogni Regione e prevedendo una distribuzione omogenea sul territorio. Poi va bene che la ridistribuzione venga fatta rispettando le distanze. - sottolinea Mirabelli - Già oggi esistono norme che impongono dei limiti al funzionamento di sale e apparecchi: rigide o flessibili sono comunque norme ormai digerite”.
Sulla tanto discussa questione della pubblicità, il senatore Mirabelli afferma: “Penso che si debba ridurre l’offerta ma anche la domanda di gioco e, quindi, bisogna intervenire sulla pubblicità. Gli interventi fatti fino ad ora non sono sufficienti, specie sull’online, e c’è un eccesso nell’utilizzo delle reti sportive per promuovere le scommesse online e il gioco. Occorre, quindi, intervenire. Io penso che si debba vietare la pubblicità del gioco all’interno delle trasmissioni sportive, altrimenti si innesca un circolo vizioso che è il contrario di quanto dobbiamo fare, ossia ridurre la domanda”.

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