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Il Rosatellum unico compromesso possibile - intervista de Il Sole 24 Ore a Ettore Rosato

28 Febbraio 2018




Leggi l'intervista in pdf

di Emilia Patta

«La legge elettorale non «può disegnare un mondo che non c’è, la legge elettorale è una macchina fotografica della realtà politica. Il problema della governabilità in Italia, se non si vuole essere superficiali, non dipende dalla legge elettorale ma somma di tanti fattori: in primo luogo il fatto che in Italia, unica grande democrazia occidentale, persistono due Camere che danno entrambe la fiducia al governo e che per di più hanno una base elettorale diversa, dal momento che per la Camera votano i diciottenni mentre per il Senato solo i maggiori di 25 anni; in secondo luogo il fatto che il consenso dei cittadini si è distribuito su tre poli di entità simile».
 
Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera e padre della legge elettorale con cui si voterà per la prima volta domenica, difende la soluzione di compromesso trovata in Parlamento sulla sua creatura, il Rosatellum. Con l’avvertenza che si tratta appunto di una soluzione di compromesso, dal momento che il Pd è da sempre favorevole ad un sistema più maggioritario.
 
«Ricordo che questa legge elettorale è stata votata con la maggioranza più ampia di tutte le leggi elettorali precedenti: Pd, Fi, Lega e centristi. Contrari solo il M5S e la sinistra extra Pd che poi è confluita in Leu, che avrebbero preferito un sistema puramente proporzionale. E lo stesso Silvio Berlusconi, che pure ha votato il Rosatellum,il giorno dopo l’approvazione della legge ha dichiarato in un’intervista “io avrei preferito il proporzionale con sbarramento al 5%”. Aver introdotto un forte elemento maggioritario tramite la presenza di più di un terzo di collegi uninominali è stato comunque un passo avanti».
 

Onorevole Rosato, dunque non si è pentito del Rosatellum. Eppure le critiche già arrivano dal suo stesso partito: con questa legge elettorale si è prodotto l’effetto di resuscitare una coalizione di centro destra che era di fatto morta, era meglio andare a votare con il sistema lasciato in piedi dalla Consulta…

 
«Curiosa l’obiezione di chi ora sostiene che sarebbe stato meglio andare a votare con i due monconi di legge elettorale lasciati in piedi dalla Corte costituzionale, diversi tra Camera e Senato, quando per mesi tutti hanno sostenuto il contrario, ossia che i due sistemi andavano quantomeno uniformati e che il Parlamento doveva fare la sua parte pena l’abdicazione della politica. Quanto all’effetto di aver resuscitato il centrodestra, ricordo che il risultato delle elezioni ancora non c’è. Questo sistema ha il merito di permettere la costruzione di coalizioni con l’obiettivo della governabilità,e se gli elettori dovessero premiare il centrodestra non è certo per effetto della legge elettorale. La verità è che chi si lamenta ora della mancanza di governabilità avrebbe dovuto votare sì al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 perché il problema non è nella legge elettorale ma nella persistenza di due Camere in un sistema politico tripolarizzato. Si poteva fare di meglio? Certo, e se ci saranno proposte migliori noi saremo pronti».
 

Veltroni sembra suggerire un sistema con un premio di maggioranza all’interno dei parametri fissati dalla Consulta, ossia il 15 per cento.

 
«Il problema del premio di maggioranza resta la persistenza di due Camere che danno entrambe la fiducia al governo, con il rischio che due premi producano due maggioranze diverse. Occorre poi ricordare che la Corte costituzionale, le cui sentenze vanno rispettate anche quando non si è d’accordo, ha eliminato oltre al premio di maggioranza “illimitato” del Porcellum anche la possibilità del ballottaggio nazionale prevista dall’Italicum».
 

Resta la possibilità di reintrodurre un sistema basato interamente o prevalentemente sui collegi uninominali.

 
«Il Pd ha proposto íl ritorno al Mattarellum dall’inizio della legislatura, ma a questa soluzione si sono opposti sia Forza Italia sia i Pentastellati. Non c’erano i numeri. Se nella prossima legislatura le condizioni dovessero cambiare ben venga. Anche riguardo al superamento del bicameralismo perfetto, che continuo a considerare necessario per garantire la governabilità. Con il solo Mattarellum, infatti, la governabilità non sarebbe comunque assicurata».



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