"L'aver inserito il canone Rai nella bolletta elettrica ha portato ad azzerare l'evasione. Ogni anno avevamo sette italiani su dieci che pagavano il canone e tre furbetti. Era una situazione intollerabile. Questo meccanismo ha permesso di applicare il principio in base al quale se paghiamo tutti paghiamo meno tutti e quindi il canone oggi e' stato abbassato. Ora il nostro obiettivo e' modularlo". Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, parlando a Firenze con i giornalisti sulla proposta contenuta nel programma del Pd di azzerare il canone Rai per alcune categorie. "Vogliamo quindi provare a togliere anche questo peso - ha aggiunto - per, ad esempio, gli anziani soli, per le persone con reddito molto basso o anche altre categorie".
Fake news: Giacomelli, non credo all'Authority della verità
L'ho detto anche a Minniti, sulla campagna elettorale l'influenza è relativa
"Dobbiamo fornire ai cittadini tutte le informazioni perche' si facciano liberamente la loro opinione. L'ho detto con chiarezza anche a Marco Minniti, apprezzo lo sforzo e la volonta' ma io non credo al meccanismo in cui organi dello stato o del governo intervengono sul contenuto delle notizie". Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, parlando con i giornalisti sul tema delle fake news, a margine di un convegno Femca-Cisl Firenze e Prato sul tema 'Il lavoro nell'era digitale'. "Non credo all'Autorithy della verita' o meccanismi di controllo dei contenuti - ha ribadito -. E non credo allo Stato, e tantomeno al governo, che viene a controllare che cosa e' vero e cosa e' falso. Credo invece che dobbiamo lavorare sulla credibilita' delle fonti e quindi avere il rispetto di una testata registrata con un direttore responsabile, rispetto alle fonti anonime". Rispondendo ai giornalisti, il sottosegretario ha sottolineato che le fake news potranno influenzare "relativamente" la campagna elettorale e ricordato che quella delle bufale "e' una questione che non e' certo nata con internet. Per quella che oggi chiameremmo 'fake inchiesta' un presidente della Repubblica fu costretto a dimettersi".