Smart Working ed evoluzioni normative
"La quarta rivoluzione industriale in corso, quella digitale, impone lo smart working, il lavoro 'in connessione', senza luogo e senza tempo, riconosciuto dalla buona legge che abbiamo approvato. Lo smart working e' la nuova frontiera del lavoro, che puo' comportare piu' inclusione dei disabili, maggiori opportunita' per le donne e per la conciliazione, meno spostamenti e quindi piu' sostenibilita'". Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro, che ha promosso al Senato con l'associazione JobsinAction, il convegno 'Smart Working ed evoluzioni normative'. "Ma lo smart working - tiene a precisare - impone una maggiore diffusione della cultura digitale, a partire dalla scuola con la necessita' di sperimentare un 'liceo digitale' e programmi piu' pervasivi per tutti i corsi di studio. Fino all'esigenza di certificare le competenze, alla quale si sta lavorando grazie al Jobs Act". Per Parente "lavorare da remoto, in connessione premia la creativita' dei lavoratori e la produttivita' delle imprese, ma richiede competenze che vanno acquisite, riconosciute, aggiornate, competenze che i millenials hanno ma che vanno sistematizzate e approfondite a scuola, anche per accrescere la consapevolezza del web, contro fake news, cyberbullismo, nuova manipolazione".