Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Tre punti su cui lavorare in ambito bancario - dal blog di Franco Mirabelli sull'Huffington Post

28 Novembre 2017




Leggi l'articolo sul sito dell'Huffington Post

Il lavoro della Commissione d'Inchiesta sul sistema bancarioe finanziario credo faccia già emergere la necessità di intervenire almeno su tre versanti, al di là delle responsabilità degli amministratori sulle crisi degli istituti di credito su cui le Procure stanno indagando e i Tribunali stanno sentenziando. Al di là cioè dei palesi illeciti commessi spesso per arricchimenti personali, senza alcuna remora a salvaguardare le banche e dagli effetti spesso gravi sui risparmiatori, sono evidenti i buchi presenti nella nostra legislazione e i limiti di un sistema che, in questi casi, non è riuscito a garantire la difesa della solidità delle banche e dei risparmiatori.

Il primo tema da affrontare, dunque, è quello della vigilanza.

Penso, infatti, che proprio la riforma della vigilanza sia indispensabile perché non si ripetano vicende come quelle che abbiamo conosciuto.

Al di là delle responsabilità soggettive, gli strumenti ispettivi e sanzionatori a disposizione sono insufficienti, Consob e Banca d'Italia spesso si sovrappongono e si rimpallano le responsabilità e a queste necessità si aggiunge la novità del fatto che oggi le 15 banche più importanti del paese sono ormai controllate direttamente dalla Bce e ciò richiede un adeguamento operativo e normativo.

C'è, quindi, innanzitutto bisogno di una riforma degli organi di vigilanza che evidentemente non hanno funzionato. Serve individuare con maggiore chiarezza le responsabilità e, probabilmente, serve anche riflettere sulla necessità di un unico strumento di vigilanza dotato di strumenti e poteri efficaci.

Il secondo tema su cui è opportuno agire è la necessità di mettere la magistratura nelle condizioni di intervenire più efficacemente per prevenire - ma soprattutto per investigare e sanzionare - i comportamenti illeciti.

Sicuramente l'istituzione di una Procura Nazionale per i reati finanziari sarebbe molto importante: non solo per non scaricare molte vertenze sulla Procura di Milano perché in città c'è la Borsa, ma soprattutto per creare un istituto che si specializzi e raccolga quelle competenze in materia finanziaria che sono necessarie per districarsi nei meandri delle operazioni e delle transazioni bancarie.

In queste settimane di audizioni in Commissione d'Inchiesta sul sistema bancario e finanziario, però, abbiamo anche verificato che sono mancati e mancano ancora in parte i reati che possono consentire alla magistratura di intervenire per tempo.

Sostanzialmente, la magistratura può intervenire solo quando si è di fronte a un fallimento e a una situazione di grave insolvenza e fino a qualche mese fa la corruzione da privato a privato, che grazie a un provvedimento approvato in questa legislatura ora è punibile, non lo era e, quindi, la magistratura non è potuta intervenire per esempio nelle inchieste su Mps per verificare e indagare sulle ragioni dei depositi fatti sui conti esteri di alcuni degli amministratori finiti sotto accusa.

Infine, c'è un tema decisivo come quello della tutela dei risparmiatori.

Di fronte all'evidente responsabilità degli operatori bancari che hanno "spinto" titoli rischiosi coinvolgendo risparmiatori che, per il loro profilo, non avrebbero dovuto investire in quei titoli e di fronte alla assoluta mancanza d'informazione sui rischi reali a cui si andava incontro, che ha contribuito a portare tante persone a perdere inconsapevolmente patrimoni ingenti, serve che si ripristinino strumenti che mettano in chiaro al risparmiatore cosa sta comprando e quali sono i rischi e serve chiarire le responsabilità di chi vende. L'abolizione dell'obbligo di fornire il prospetto sui rischi, unito al fatto che una persona non addetta del settore fa molta fatica a comprendere ciò che i prospetti informativi riportano e alla responsabilità degli operatori che vendono i prodotti, ha generato situazioni gravi.

C'è certamente ancora molto da approfondire e la Commissione sta lavorando per capire cos'è successo e per colpa di chi, ma credo che già oggi si possa dire che su questi punti, nei prossimi mesi, la politica dovrà dare risposte e costruire soluzioni.


Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30

Rassegna stampa