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Alleati per vincere, senza parlare di seggi. Dopo decideremo chi va a Palazzo Chigi - intervista del Corriere della Sera a Ettore Rosato

13 Novembre 2017



di Alessandro Trocino


«Non solo sono ottimista, ma siamo impegnati per superare le difficoltà che ci dividono da una coalizione di centrosinistra, impegno comune per costruirla. Ma la facciamo su un terreno fertile, di valori condivisi, che sono la premessa per programmi comuni». Ettore Rosato, capogruppo alla Camera per il Pd, non sembra preoccupato.
 
Pisapia vi lancia l’ennesimo messaggio.
 
«Mi sembra che ci sia la presa di responsabilità di un bel pezzo del gruppo dirigente del centrosinistra che si debba stare insieme. Siamo convinti, come Pisapia, che serva una coalizione ampia. Dopo di che, naturalmente, ci vuole una fatica comune per costruirla».
 
Non è un po’ tardi?
 
«Mi sembra di no. La legge elettorale è appena stata pubblicata».
 
Per Laura Boldrini «non ci sono le condizioni per un’alleanza con il Pd».
 
«Ho visto diversità di vedute. Noi ribadiamo che insieme siamo un’alternativa più forte alla destra e ai 5 Stelle. Divisi, facciamo loro un regalo».
 
Pisapia chiede «segnali forti» sulla legge di Bilancio, da «un nuovo intervento sul superticket» a misure per la «lotta alla povertà».
 
«Abbiamo fatto il reddito di inclusione e condividiamo la proposta di rafforzarlo. Lo stesso vale per l’abolizione del superticket. Ricordo che abbiamo aumentato le risorse per la sanità, ma lavoreremo insieme per fare di più».
 
A Veltroni piacerebbe che Renzi dicesse: concludiamo la legislatura con ius soli e testamento biologico.
 
«Piace anche a noi questa proposta, ci hanno fermato solo i numeri. Abbiamo molto lavorato sia su ius soli sia su testamento biologico e faremo di tutto perché diventino legge in questa legislatura».
 
La minoranza vorrebbe rivedere il Jobs act
 
«Sul programma per la nuova legislatura lavoreremo insieme. Ora chiudiamo i provvedimenti iniziati e facciamo una buona legge di Bilancio».
 
Emma Bonino contesta Minniti e chiede un cambio di politica sui migranti.
 
«Minniti ha dovuto affrontare una vera emergenza. Certo, tutto è perfettibile. Matteo Renzi incontrerà la Bonino proprio domani (oggi, ndr) e la sua esperienza in materia sarà preziosa».
 
Sull’ipotesi di accordi nei collegi per spartirsi i seggi uninominali, Bersani cita Zalone: cado dalle nubi. E lei?
 
«Stiamo lavorando per un’alleanza che ci metta insieme, non per spartirci i seggi. È bene comunque scendere in fretta dalle nubi, perché altrimenti vince la destra».
 
E il centro? Ci sono contatti con Alfano e Casini?
 
«Una coalizione alternativa alla destra non può non guardare sia al centro sia a sinistra. Dovrà essere una coalizione nella quale ognuno contribuisce con dignità e condividendo le responsabilità».
 
A sentire lei, sembra che tutto vada bene e che manchino solo i dettagli per un’alleanza.
 
«Qualche ostacolo c’è. E lo pone chi si considera alternativo al Pd. Una sinistra riformista è una sinistra di governo, non di protesta».
 
L’ostacolo maggiore sembra essere sempre Renzi. La sua premiership si può mettere in discussione?
 
«Renzi ha vinto le primarie del Pd, è il suo segretario e suo candidato. Dopo di che, non pretendiamo che altri partiti riconoscano la sua premiership. Dopo il confronto elettorale, si deciderà chi andrà a Palazzo Chigi. Intanto, però, facciamo in modo che non ci vadano Grillo e Salvini».

«Non solo sono ottimista, ma siamo impegnati per superare le difficoltà che ci dividono da una coalizione di centrosinistra, impegno comune per costruirla. Ma la facciamo su un terreno fertile, di valori condivisi, che sono la premessa per programmi comuni». Ettore Rosato, capogruppo alla Camera per il Pd, non sembra preoccupato.
 
Pisapia vi lancia l’ennesimo messaggio.
 
«Mi sembra che ci sia la presa di responsabilità di un bel pezzo del gruppo dirigente del centrosinistra che si debba stare insieme. Siamo convinti, come Pisapia, che serva una coalizione ampia. Dopo di che, naturalmente, ci vuole una fatica comune per costruirla».
 
Non è un po’ tardi?
 
«Mi sembra di no. La legge elettorale è appena stata pubblicata».
 
Per Laura Boldrini «non ci sono le condizioni per un’alleanza con il Pd».
 
«Ho visto diversità di vedute. Noi ribadiamo che insieme siamo un’alternativa più forte alla destra e ai 5 Stelle. Divisi, facciamo loro un regalo».
 
Pisapia chiede «segnali forti» sulla legge di Bilancio, da «un nuovo intervento sul superticket» a misure per la «lotta alla povertà».
 
«Abbiamo fatto il reddito di inclusione e condividiamo la proposta di rafforzarlo. Lo stesso vale per l’abolizione del superticket. Ricordo che abbiamo aumentato le risorse per la sanità, ma lavoreremo insieme per fare di più».
 
A Veltroni piacerebbe che Renzi dicesse: concludiamo la legislatura con ius soli e testamento biologico.
 
«Piace anche a noi questa proposta, ci hanno fermato solo i numeri. Abbiamo molto lavorato sia su ius soli sia su testamento biologico e faremo di tutto perché diventino legge in questa legislatura».
 
La minoranza vorrebbe rivedere il Jobs act
 
«Sul programma per la nuova legislatura lavoreremo insieme. Ora chiudiamo i provvedimenti iniziati e facciamo una buona legge di Bilancio».
 
Emma Bonino contesta Minniti e chiede un cambio di politica sui migranti.
 
«Minniti ha dovuto affrontare una vera emergenza. Certo, tutto è perfettibile. Matteo Renzi incontrerà la Bonino proprio domani (oggi, ndr) e la sua esperienza in materia sarà preziosa».
 
Sull’ipotesi di accordi nei collegi per spartirsi i seggi uninominali, Bersani cita Zalone: cado dalle nubi. E lei?
 
«Stiamo lavorando per un’alleanza che ci metta insieme, non per spartirci i seggi. È bene comunque scendere in fretta dalle nubi, perché altrimenti vince la destra».
 
E il centro? Ci sono contatti con Alfano e Casini?
 
«Una coalizione alternativa alla destra non può non guardare sia al centro sia a sinistra. Dovrà essere una coalizione nella quale ognuno contribuisce con dignità e condividendo le responsabilità».
 
A sentire lei, sembra che tutto vada bene e che manchino solo i dettagli per un’alleanza.
 
«Qualche ostacolo c’è. E lo pone chi si considera alternativo al Pd. Una sinistra riformista è una sinistra di governo, non di protesta».
 
L’ostacolo maggiore sembra essere sempre Renzi. La sua premiership si può mettere in discussione?
 
«Renzi ha vinto le primarie del Pd, è il suo segretario e suo candidato. Dopo di che, non pretendiamo che altri partiti riconoscano la sua premiership. Dopo il confronto elettorale, si deciderà chi andrà a Palazzo Chigi. Intanto, però, facciamo in modo che non ci vadano Grillo e Salvini».


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