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L’elettore potrà scegliere chi lo rappresenterà - intervista a Franco Mirabelli de Il Giornale di Sicilia

25 Ottobre 2017



di Andrea D’Orazio
 

«Questo sistema elettorale è stato costruito guardando con attenzione quelli precedenti e i relativi rilievi della Consulta. Chi dice che è incostituzionale sbaglia di grosso». Franco Mirabelli, senatore PD e membro della Commissione Affari Costituzionali, non ha alcun dubbio sulla legittimità del Rosatellum bis, e ai colleghi che dentro e fuori Palazzo Madama protestano sostenendo il contrario lancia un monito: «Il tema dell’incostituzionalità non può diventare l’unico argomento con cui si cerca di contrastare qualunque legge venga portata in Parlamento».
Se si riferisce ai grillini, la ragione è anche un’altra: la legge favorisce le coalizioni, sembra fatta contro di loro.
«I Cinque Stelle dovrebbero spiegare perché hanno fatto saltare il Tedeschellum, sistema interamente proporzionale sul quale c’era un’intesa tra tutte le forze politiche. Il PD non ha voluto penalizzare nessuno, ha semplicemente portando avanti le proprie convinzioni: siamo stati da sempre favorevoli al maggioritario e adesso, attraverso un accordo con una parte importante dell’opposizione, siamo riusciti a concretizzare la nostra posizione introducendo una quota significativa di collegi uninominali nel meccanismo elettorale».
Ma con questa legge non c’è il rischio che nemmeno la coalizione arrivi ad ottenere la maggioranza?
«Il rischio c’è ma era più forte con il Tedeschellum. Adesso ci sono più probabilità che una coalizione riesca a vincere e che emerga un quadro politico chiaro di alleanze. Non abbiamo tifato per l’Italicum, che avrebbe garantito i numeri in Parlamento attraverso il premio di maggioranza. Il Rosatellum bis è un’altra cosa ma oggi l’unica strada per render omogenei i sistemi elettorali di Camera e Senato: prima condizione per garantire l’ingovernabilità».
I partiti potrebbero sciogliere l’alleanza in qualsiasi momento. Si prospettano esecutivi assai fragili o no?
«Ma è successo anche con il Porcellum, che prevedeva un premio di maggioranza molto alto: la coalizione che ha vinto le elezioni è durata l’arco di poco. Questo è un problema che riguarda più la politica che le regole elettorali. La vita di un’alleanza non dipende dalle tecniche di voto ma dalla capacità dei partiti di ritrovarsi su proposte comuni».
E il principio di rappresentatività? Non è depotenziato? Liste plurinominali bloccate, scheda unica e non c’è voto disgiunto.
«Nei collegi uninominali l’elettore avrà la possibilità di scegliere la persona a cui affidare la propria rappresentanza territoriale e il partito che lo sostiene. In quelli plurinominali, votando il partito o la coalizione, oltre che per i candidati deli listino corto voterà per il candidato uninominale che c’è sul territorio. Dov’è il vulnus di rappresentanza? ».

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