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Coalizione ampia, senza veti. Nemmeno per D'Alema - intervista al presidente dei deputati Pd Ettore Rosato del Corriere della Sera

18 Ottobre 2017




Dal treno di Renzi, il capogruppo Ettore Rosato è sceso convinto che quello che si è messo in moto ieri sia il convoglio «di una squadra». E non è l’unica svolta che il segretario del Pd si è deciso a imprimere alla campagna elettorale: «Si va verso una coalizione ampia di centrosinistra, senza veti a nessuno».

 

Nemmeno a D’Alema?

 

«A nessuno, costruiamo però le condizioni per essere coesi sul programma».

 

Volete federare il centrosinistra, o è soltanto tattica?

 

«No, lo vogliamo federare sul serio, perché è necessario per vincere. Guardando quello che accade in Europa e nel mondo, chi non vuole la vittoria delle destre e dei populisti deve mettersi insieme».

 

C’è voluta la virata a destra dell’Austria per convincervi a rottamare l’idea della grande coalizione?

 

«Diciamo che il Rosatellum viene prima dell’Austria».

 

Niente più «includo» con Berlusconi?

 

«Siamo alternativi. Loro hanno un progetto politico subordinato alla destra di Salvini e Meloni, ma lontano mille miglia dalla nostra lettura della società. Tutte le promesse di Berlusconi confermano come tra noi e loro ci sia un solco non colmabile».

 

Prima che Berlusconi dicesse al Corriere che non vuole le larghe intese, non lo attaccavate così.

 

«Non lo stiamo attaccando, stiamo descrivendo quel che abbiamo sempre detto, nonostante i giornali».

 

L’intesa tra Renzi e Berlusconi è un’invenzione dei giornali?

 

«L’unica cosa che abbiamo costruito insieme sono state le riforme. Un governo con Berlusconi per la verità c’è stato all’inizio della legislatura e lo ha fatto Bersani».

 

E con chi pensate di farla, la coalizione?

 

«La coalizione non ha nomi e cognomi, ha forze politiche che hanno con noi una sintonia programmatica. Anche tante liste civiche e tanti pezzi della società che vogliono continuare il lavoro di questi anni».

 

Pisapia sarà nell’alleanza?

 

«Nell’alleanza ci sarà un progetto riformista. Il lavoro, la solidarietà, la competitività, l’innovazione e anche i nostri alleati, con cui amministriamo tante città».

 

Alfano?

 

«Se pensiamo poco alla nomenclatura e molto ai contenuti i nostri concittadini ci capiranno più facilmente».

 

Mdp vi chiede di rivedere il Jobs act e la Buona scuola.

 

«Siamo aperti a migliorare le cose che abbiamo fatto, ma se credono che il programma si costruisca cancellando il Jobs act, la Buona scuola, gli 8o euro, o il reddito di inclusione, è difficile che le nostre strade si incontrino».

 

Contate di arrivare al 40% con Mdp, o senza?

 

«Decideranno loro se sono più interessati a costruire una forza marginale e senza ambizioni di governo, o se vogliono contribuire a battere destre e populismi. Per noi nessun veto, siamo pronti a ragionare».

 

Renzi raccoglierà la sfida delle primarie?

 

«Non sono all’ordine del giorno. Comunque tutto questo viene dopo aver costruito un programma condiviso».

 

Avete i numeri al Senato per approvare il Rosatellum?

 

«Siamo ottimisti. Alla Camera la legge elettorale è stata approvata, nonostante il voto segreto, con i numeri più alti della storia repubblicana».

 

Di Maio ha lanciato un appello contro il Rosatellum.

 

«Di Maio non ha capito la nuova legge. Mentre col Consultellum le liste civetta al Senato sono consentite, noi abbiamo fissato uno sbarramento all’1 % che impedirà di farle».

 

All’Eliseo mancava la minoranza e per i prodiani è stato «un giorno di lutto»…

 

«Basta polemiche. Perché il centrodestra riesce sempre a mettersi insieme e noi invece dobbiamo scindere l’atomo?».


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