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“Italiasicura” 7,7 Miliardi da spendere. Ambientalismo responsabile, Sereni: il piano contro il dissesto idrogeologico c'è

12 Settembre 2017



Mentre a Livorno si piangono i morti e si spala il fango, mentre a Roma si contano i danni di voragini, allagamenti e mancanza di energia elettrica in alcuni quartieri a oltre 24 ore dalla tempesta d’acqua, le polemiche politiche lasciano il tempo che trovano. Bene ha fatto Walter Veltroni a porre anche al Pd la questione della lotta al cambiamento climatico e dell'ambiente come priorità per la politica, mentre sull’America di Trump che si sgancia dagli accordi di Parigi si abbatte l’uragano Irma … Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia alla sicurezza globale del pianeta e  al futuro delle nuove generazioni, mentre il rispetto dell’ambiente e la green economy possono costruire uno sviluppo più equo e sostenibile per tutti. L'ambientalismo di cui abbiamo bisogno è quello di chi sa prendersi la responsabilità di innescare processi reali di cambiamento, non quello di chi sa dire solo no o fare polemiche dopo le catastrofi.  Ecco perché, con tutti i limiti, credo che non possano essere dimenticate le scelte importanti che l'Italia ha fatto - grazie al Pd - in questa legislatura. In particolare la scelta di stanziare ingenti risorse per contrastare il dissesto idrogeologico nasceva dalla consapevolezza di dover intervenire in modo strutturale per prevenire disastri e distruzioni. Purtroppo ad oggi ancora pochissimi enti sul territorio si sono mossi concretamente. La struttura di missione contro il dissesto idrogeologico della presidenza del Consiglio dispone di 7,7 miliardi da spendere entro il 2023 per rinforzare gli argini, allargare i canali tombati, tirare su muri di contenimento…Si tratta del piano “Italiasicura” varato dal governo Renzi nel 2014 dal quale sono stati prelevati finora soltanto 14,4 milioni di euro, meno dell’1,5% dei fondi disponibili.  Questo sta a significare che dobbiamo ancora lavorare duro per cambiare la mentalità dei decisori politici, investire sulle capacità di progettazione e sulle procedure per poter far partire questi cantieri ed evitare nuove perdite umane e materiali. Alle lacrime  e all'indignazione di queste ore tristi dobbiamo far seguire la pazienza e la tenacia di chi sa che solo con una visione nuova del territorio e della prevenzione possiamo affrontare eventi climatici imprevisti ormai sempre più frequenti.


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