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Lavoro ai giovani e lotta alla povertà, priorità di fine legislatura - dal blog di Franco Mirabelli sull'Huffington Post

06 Settembre 2017


I prossimi mesi saranno gli ultimi di questa legislatura, certamente si discuterà molto di riforma elettorale ma, soprattutto, saranno i mesi in cui - con la Legge di Stabilità - si interverrà ulteriormente per affrontare i problemi di chi è più in difficoltà.

I dati economici di questi ultimi mesi sono positivi e indicano un'inversione di tendenza rispetto al passato. Il Pil ha già superato gli obbiettivi di crescita che il Governo aveva indicato per l'anno e la crescita ha portato con sé altri dati positivi: il numero degli occupati ha raggiunto i livelli del 2008 (cioè di prima della crisi), anche gli ordinativi e i risultati delle imprese si avvicinano ai livelli pre-crisi, cresce la fiducia delle imprese e, quindi, grazie anche agli incentivi del Governo, la disponibilità ad investire sul futuro, condizione necessaria per creare nuovi posti di lavoro. Cresce anche la fiducia dei consumatori e, quindi, contestualmente crescono i consumi.

Questi dati positivi, per cui abbiamo lavorato in questi anni, non significano assolutamente che tutto sia risolto o che il paese sia in buona salute, ma che oggi ci sono le condizioni per intervenire concretamente contro le diseguaglianze, per creare nuova occupazione giovanile, combattere le povertà e chiudere con la propaganda di chi, invece, ha raccontato un'Italia condannata al declino e senza speranze.

Già in questi giorni di fine estate sono stati decisi dal Governo provvedimenti importanti.

Il decreto attuativo della legge sul reddito di inclusione, a esempio, da gennaio consentirà a quattrocentomila famiglie, circa un milione e ottocentomila persone, che versano in una condizione di povertà assoluta (iniziando da chi ha figli piccoli o familiari con disabilità) di ricevere un reddito corrispondente alle attuali pensioni minime e la possibilità di una formazione che faciliti l'ingresso nel mondo del lavoro. Una norma, quella che istituisce il reddito di inclusione, che non basta a risolvere il problema dei poveri in Italia, ma dà un'opportunità a una parte delle famiglie in stato di bisogno e rappresenta la prima legge nazionale fatta in questo paese contro la povertà.

Sempre in questi giorni è stato fatto il decreto attuativo della cosiddetta Ape volontariache dà la possibilità a lavoratori privati, pubblici e autonomi di anticipare fino a tre anni la andata in pensione. Dopo l'Ape social, che già consente senza oneri aggiuntivi di anticipare il pensionamento a chi fa lavori usuranti o ha iniziato a lavorare molto presto, è un altro provvedimento che contribuisce a correggere la Legge Fornero.

Nella stessa direzione si cercherà d'indirizzare la futura Legge di Stabilità, che si comincerà a discutere nelle prossime settimane.

I primi dati positivi dell'economia di cui parlavo all'inizio possono, infatti, consentire di realizzare altri interventi sociali necessari. Innanzitutto si tratterà di stanziare altre risorse per finanziare ulteriormente il reddito di inclusione e poterlo dare a un numero sempre maggiore di famiglie che versano in stato di bisogno. In secondo luogo, la scelta del Governo sarà quella di investire sull'occupazione giovanile. La proposta è quella non solo di tagliare i costi dei contributi per chi assume giovani, ma anche di dare continuità negli anni alle detrazioni per le aziende sul costo del lavoro giovanile.

Le priorità nei prossimi mesi saranno queste, quindi. Povertà e occupazione giovanile sono i terreni su cui occorre intervenire se si vogliono ridurre concretamente le diseguaglianze, dare futuro e non perdere le energie dei giovani.

Di tutto questo si parlerà anche lunedì 11 settembre alle ore 21:00 presso il Cam di Corso Garibaldi 27 a Milano nell'incontro "Persone, oltre il lavoro. Il reddito di inclusione, i nuovi ammortizzatori sociali, l'ape social".


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