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Primarie in Sicilia per riannodare il gomitolo della responsabilità - dal blog sull'Huffington Post del vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli

02 Settembre 2017

Il Pd non può avere paura delle primarie. Tantomeno in Sicilia, alla vigilia di una competizione che rappresenta un prepartita decisivo per le prossime elezioni nazionali. Non si tratta di un normale test locale. Quello che si gioca nell'isola vale molto di più. Ci farà capire la tenuta del Movimento 5 Stelle ammaccato dall'esperienza romana; sarà una verifica della ricomposizione avviata da Berlusconi nel centrodestra, con il tentativo di conciliare in funzione anti-Grillo posizioni di ultra destra con sensibilità moderate.

A questo appuntamento il centrosinistra rischia di non esserci. Il famoso tavolo che con generosità Leoluca Orlando ha organizzato per arrivare ad una candidatura condivisa ha fatto alzare steccati e prodotto distanze incomprensibili tra forze politiche che solo a qualche centinaio di metri di distanza sono impegnate da cinque anni a governare insieme la Regione.

Dopo un mese passato a registrare veti e controveti, parole semplici e per questo efficaci sono state pronunciate dal presidente Crocetta: solo le primarie possono consentire di riannodare il gomitolo del buonsenso. Primarie di centrosinistra fra tutti coloro che vogliono impegnarsi in una proposta di governo. Primarie che consentano di ricondurre ad unità ciò che si è frantumato. Per noi del Pd è normale procedere in questo modo. E lo stesso dovrebbe valere anche per Mdp, i cui leaders hanno utilizzato le primarie addirittura per formare gruppi parlamentari. Accettare le primarie, inoltre, significa chiarire che s'intende lavorare per un campo largo e plurale e rassicurare l'elettorato indistinto di centrosinistra che non ci si vuole rassegnare ad una deriva neonazionalista e populista in cambio della magra soddisfazione di poter dire il giorno dopo "tu mi ha fatto perdere".

Alcune novità, comunque, si annunciano, vanno registrate e incoraggiate perché c'è ancora la possibilità di raddrizzare la barca. In tutte le formazioni politiche il dibattito negli ultimi giorni sembra riaprisi nella consapevolezza che procedere in ordine sparso significherebbe puntare su candidati di bandiera. Non si tratta di mettere la testa sotto la sabbia o far finta che non vi siano differenze, ma il tema della formazione della coalizione non può essere affrontato ignorandolo o aggirandolo proponendo accoglienti listoni. Cosa divide lo sappiamo, cosa unisce dobbiamo scoprirlo e potrebbe essere molto di più di quello che immaginiamo se anche Massimo Paolucci, esponente di Mdp, proprio su L'HuffPost, non si è mostrato contrario ad una ripresa di dialogo: "Senza primarie, con un simile pasticcio nelle alleanze e con una evidente confusione programmatica, la scelta delle forze che non si riconoscono in questa operazione (la candidatura Micari, ndr) è obbligata". E se, proprio per superare il pasticcio, si scegliesse la strada delle primarie assumendo impegni programmatici chiari? La riflessione in casa Mdp merita di essere valutata con attenzione. E lo stesso vale per le dichiarazioni di numerosi esponenti di Alleanza Popolare che continuano a sostenere la volontà di non cedere alle sirene del ritorno a casa, insistono nel voler continuare a scommettere con il centrosinistra e, dopo l'iniziativa di Crocetta, hanno avanzato la proposta di organizzare le primarie.

Siamo a un punto in cui a nessuno è consentito giocare a rimpiattino. C'è ancora tempo per rimediare e cercare di lasciarsi dietro le spalle quell'autorefenzialità che tanta delusione sta provocando. Il dialogo fra le forze progressiste non è un optional, va tenuto sempre aperto, sapendo che una buona politica nasce dalla sintesi di sensibilità diverse e dalla responsabilità che si è capaci di esprimere. Soltanto il confronto e la tenacia nel perseguirlo possono evitare di consegnare il paese nelle mani di Grillo o di Berlusconi. Per fare questo occorre che tutti escano in fretta dal labirinto che hanno costruito e di cui nessuno, come nel "Giardino dei sentieri che si biforcano" di Borges, capisce più il significato.


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