Ha ragione Matteo Orfini: per costruire qualcosa serve generosità. E la generosità è anche una categoria della politica. Si manifesta in tanti modi. Nelle battaglie anticonformiste, con la flessibilità in cambio di sicurezza, nella messa a fuoco di ciò che è utile e non per questo conveniente, con la disponibilità ad assumere le ragioni degli altri, nella rinuncia a qualcosa che senti intimamente preponderante o con l'assunzione di responsabilità per difendere un patrimonio comune.
La generosità si pratica, non si definisce. Si chiede a se stessi, prima che agli altri. È altresì atteggiamento, prima ancora che regola. Nello stesso tempo è anche il modo per riconoscere gli interessi generali. Nella storia politica e civile italiana non è inconsueto trovarsi di fronte a gesti di generosità che hanno consentito di rendere più forte la democrazia. O addirittura salvarla. Anche adesso ci troviamo su un crinale molto pericoloso. Con le attuali regole non è assurdo pensare che fra pochissimi mesi si verifichino degli strappi assai radicali.
Qual è il compito dei democratici? Quale la generosità che debbono offrire al paese? Unire il centrosinistra, dare casa agli elettori indistinti di centrosinistra, è stata la grande intuizione che ha portato a fondare il Partito democratico. Guardare alla propria autosufficienza significa almeno rivederne progetto e vocazione. E funzione, perché in larghi strati dell'elettorato di centrosinistra la disaffezione e la rassegnazione la fanno da padrone.
Vi sono due passaggi che indicheranno quanto il Pd sia in sintonia con il paese: la legge elettorale, con la battaglia per introdurre il premio alla coalizione e dare così stabilità al paese; la capacità di unire il fronte progressista. La generosità in questo senso diventa la più alta forma di responsabilità. Le prove muscolari, al contrario, lasceranno il tempo che trovano, ci consegneranno a derive pericolose, rafforzeranno un quartier generale senza esercito. "Sono indotto a pensare che il Pd abbisogni di una duttilità che non fa rima con spensieratezza", diceva Giovanni Bianchi, scomparso pochi giorni fa, leader delle Acli per due decenni e protagonista del tortuoso percorso che ha portato alla nascita del Partito democratico. In questo momento lavorare per l'unita del centrosinistra è il più grande gesto di generosità democratica a cui siamo chiamati.