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Un asse di fatto tra Salvini e Grillo ma questa legge premia l’italianità - intervista de Il Messaggero al capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda

16 Giugno 2017

Ho molta stima per Pisapia, l’alleanza la farei domattina. Gli scissionisti? Non vedo volontà di riavvicinamento


Ne ha visti di incidenti in Parlamento, Luigi Zanda, «ma mai si era arrivati ad assaltare i banchi del governo, come hanno fatto i leghisti con la beneplacita copertura del M5S».
Il fattaccio è appena accaduto al Senato, la legge sullo ius soli è stata incardinata, la ministra Fedeli è tornata dall`infermeria, e il capogruppo dei senatori del Pd, nel suo studio con alle spalle i ritratti di Moro (più grande) e Berlinguer (più piccolo), commenta quanto è avvenuto. Presidente Zanda, lei è stato testimone protagonista di quanto accaduto. Ci racconti.
«Era una seduta che non doveva avere problemi, si trattava soltanto di incardinare, come si dice in gergo parlamentare, il provvedimento sullo ius soli già approvato dalla Camera e fermo da un po`, non si dovevano fare interventi, discussioni, votazioni. Invece, c`è stato un pesante ostruzionismo, con richiami al regolamento di scarsa comprensione. Io e Calderoli abbiamo svolto i due interventi uno pro e uno contro, quindi si è proceduto a incardinare. A
quel punto è scoppiata la bagarre, con il capogruppo leghista Centinaio che si è abbarbicato al banco del governo tra spintoni e urla, il tutto per esporre qualche cartello contro lo ius soli».
Una legge controversa, lo ius soli?
«Una legge di civiltà. In commissione i contrari hanno presentato ottomila emendamenti, ma alla Camera la legge è passata con il sì convinto del Pd, di Alfano e di Bersani, maggioranza compatta, si sarebbe detto una volta».
Ma nel merito?
«E` una legge di elementare giustizia sociale: si dà la cittadinanza a bambini non solo nati in Italia, ma che vi hanno anche vissuto, studiato, giocato, abitato, che sono cresciuti e che hanno amici italiani».
Politicamente, che cosa è successo? Da chi è rappresentato il fronte dei contrari?
«C`è stato un asse di fatto tra Lega e M5S, in competizione tra loro ma con finalità analoghe. La torsione anti-immigrati del M5S non me la sarei aspettata, specie dopo essersi detti vicini alla predicazione di Papa Francesco e dopo i loro continui richiami alla giustizia universale. Questa di Grillo è visibilmente una posizione strumentale nel tentativo di andare a pescare voti nella destra più becera e dei leghisti. Non mi sorprenderebbe una convergenza tra Grillo e Salvini su una linea politicamente violenta anti immigrati».
Lo ius soli è uno dei provvedimenti cosiddetti “di diritti civili” all`attivo di questa maggioranza?
«Sì, e insieme alle unioni civili, al divorzio breve, al terzo settore, alla legge sul dopo di noi, a quella sul cyberbullismo – tutte leggi che hanno incontrato parecchi problemi per essere approvate – costituisce un pacchetto di provvedimenti di tutto rispetto. Quando si potrà osservare questa legislatura lontani dal livore polemico del momento, verrà giudicata come la legislatura che con i governi Renzi e Gentiloni ha dato risposte di civiltà su questioni mature da decenni».
Poco prima della bagarre sullo ius soli è stata votata la manovrina con una maggioranza di 144: un po` troppo bassa per dormire sonni tranquilli.
«Sono mancati i 15 voti degli scissionisti dem. La loro opposizione è limitata a questo provvedimento. Se avessero voluto dare altri segnali, avrebbero votato contro invece di uscire dall`aula. La tenuta della legislatura sta tutta nelle mani della maggioranza al Senato, e mi sembra ci sia la volontà di arrivare alla fine».
Per quando si tornerà alle urne, vengono agitati i progetti dell`Ulivo o dell`Unione che furono: lei che li ha vissuti, ne auspica il ritorno?
«Quando si deve andare a governi di coalizione, molto dipende dai rapporti personali e tra i partiti, dai leader, dai programmi e dalla lealtà agli stessi. I problemi dell`Unione sono nati quando alcuni dei contraenti cominciarono a remare contro, fino alla scena di ministri che scendevano in piazza contro il proprio governo. Si scriveva Unione, ma era una totale disunione. In questa fase, mi piacerebbe vedere una sincera volontà di collaborazione, più che l`enunciazione di vecchie formule».
Il nome di Pisapia che cosa evoca?
«Ne ho molta stima, è stato un grande sindaco di Milano, con lui l`alleanza la farei domattina».
E che cosa osta?
«Al momento non vedo negli scissionisti nessuna volontà di riavvicinamento al Pd, che hanno lasciato liberamente. Non vedo nei loro comportamenti progetti di collaborazione futura».


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