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Andare al voto non è un tabù. E se ora tutti fanno sul serio si può chiudere entro l'estate - intervista de La Stampa al presidente dei Deputati PD Ettore Rosato

22 Maggio 2017




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Ettore Rosato non è solo a capo del gruppo parlamentare, quello del Pd, più grande della Camera; ma è pure il padre del «Rosatellum», ennesimo neologismo in latino maccheronico usato dai media per battezzare un sistema elettorale. E malgrado Rosato sia l’autore della proposta ufficiale Pd, non chiude affatto la porta all’approdo indicato da Berlusconi, quindi la sua apertura in questo caso è ancora più significativa. E fa capire quanto la macchina del voto anticipato sia davvero in moto.

Allora, che ne dice della proposta di Berlusconi? Proporzionale e voto in autunno?

«Ascoltiamo con interesse, mi auguro ci sia una vera volontà di fare insieme la legge elettorale».

 

E si avvicinano le urne?

«Il voto anticipato non è certo un tabù: può essere l’epilogo naturale di una legge fatta con attenzione, ma anche senza perdere più tempo, prima dell’estate. Consentire a un nuovo governo di fare la legge di bilancio, impostando il suo mandato nei prossimi cinque anni sarebbe più logico. Del resto, tutti i grandi paesi stanno per votare: e avere un governo nel pieno delle sue funzioni per costruire il futuro dell’Europa con il nuovo esecutivo francese e tedesco, sarebbe meglio. Non vorrei vedere Macron con il nuovo leader che emergerà dal voto di settembre in Germania discutere con un Gentiloni in attesa di fare la campagna elettorale».

 

Quali sono i punti cardine del suo sistema che possono ritrovarsi in quello evocato da Berlusconi, il cosiddetto tedesco? Ci sono similitudini?

«Il nostro sistema sarebbe migliore: misto, maggioritario-proporzionale con uno sbarramento al 5%, che evita la polverizzazione dei piccoli partiti. E su questo punto ci sarebbe una similitudine. Da questo sistema si può partire per ragionare con chi ci sta sul serio. Ma quello tedesco va adattato, anche perché in Germania non c’è un numero fisso di parlamentari».

 

Ma come si supera il rischio palude? Chi assicura governabilità in questo caso?

«Non per niente abbiamo una predilezione per il maggioritario».

 

Vi accusano già di voler rispolverare il patto del Nazareno. Questo accordo è il prodromo di larghe intese future?

«No. Le regole vanno scritte nel modo più condiviso possibile e ci proveremo coinvolgendo tutti i partiti dell’opposizione, a cominciare da M5S e Lega. Noi e Berlusconi siamo alternativi, così come lo siamo con la Lega che pur condivide il nostro sistema elettorale Il M5S inventerà qualcosa per cercare di rallentare le elezioni Devono far dimenticare alcune cose, per esempio il malgoverno di Roma Ettore Rosato il nostro sistema elettorale».

 

Nel Pd riuscirete a tenere questa linea di apertura o spunterà qualcuno che si oppone?

«Il Pd è compatto sulla nostra proposta e lo sarà su tutte le soluzioni che porteranno ad avere presto una buona legge».

 

Sembra che ora siano tutti pronti a correre verso le urne. Anche Grillo secondo lei?

«Io penso che il M5S inventerà qualcosa per cercare di rallentare le elezioni, ha sempre fatto così».

 

E perché?

«Evidentemente ritengono che più lontano sia il voto, meglio riescono a organizzarsi e a far dimenticare alcune cose, dal malgoverno di Roma, alle firme false di Palermo, solo per citarne due».

 

Possibile che si riesca a varare un testo sul sistema di voto, la legge più sensibile, entro luglio?

«Non mi pare difficile se c’è la volontà politica».

 

Quanto tempo ci vorrà per ridisegnare i collegi ed essere pronti per una chiamata alle urne?

«Intanto dobbiamo distinguere il percorso del Parlamento dalle funzioni del capo dello Stato. Il Parlamento ha tutti gli strumenti per fare rapidamente la sua parte, come del resto ha richiesto il Presidente della Repubblica. Dopodiché, le dinamiche sul voto anticipato non sono solo competenze dei partiti».

 

E lei come terrà a freno la rabbia di un terzo del suo gruppo, che sarà tagliato fuori dal prossimo Parlamento?

«Fate male i conti, vedrete che torneremo in tanti».




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