“Nel merito, le modifiche apportate alla Direttiva sui Servizi Media Audiovisivi, segnano un importante passo in avanti su alcune delle nostre priorità, incluso nella protezione dei bambini nell’ambiente digitale, ma non ci soddisfano su altri aspetti” - hanno dichiarato Silvia Costa e Luigi Morgano a margine della votazione sulla conferma del mandato per entrare in negoziazioni con il Consiglio sulla Direttiva sui Servizi Media Audiovisivi oggi a Strasburgo.
“Grazie al nostro impegno in Commissione Cultura, abbiamo significativamente migliorato sia la proposta di partenza della Commissione sia quella delle Relatrici per il Parlamento, estendendo comuni responsabilità e diritti per televisioni, piattaforme di video on demand e piattaforme di video sharing, reintegrando la normativa sull’accessibilità dei programmi per i disabili, estendendo le quote di programmazione e gli obblighi di investimento per le opere europee alle piattaforme di video on demand. Inoltre, sempre grazie all´intervento della Commissione Cultura, le piattaforme di condivisione video dovranno dotarsi di codici di condotta, la cui efficacia potrà essere garantita dalle authority nazionali, e dovranno adottare un sistema di facile utilizzo che consenta agli utenti di segnalare e far rimuovere con certezza eventuali contenuti nocivi, che contengano cioè incitamento alla violenza, all'odio o al terrorismo, violazione della dignità umana o che mettano a repentaglio lo sviluppo dei minori.
Nonostante questi oggettivi miglioramenti, avremmo preferito che nel testo fosse mantenuto un più elevato livello di tutela dei minori, in particolare nelle trasmissioni televisive. Per questo motivo, su questo testo abbiamo espresso le nostre riserve” - hanno aggiunto i due Europarlamentari PD.
“Per chiarezza – proseguono Silvia Costa e Luigi Morgano- il voto di oggi è stato a favore del mandato, cioè del proseguimento della procedura per avviare direttamente i negoziati con il Consiglio. Secondo il regolamento, qualora tale mandato non fosse stato approvato, il testo non sarebbe tornato in Commissione Cultura per un nuovo approfondimento, ma si sarebbe proceduto ad una votazione su nuovi emendamenti in Plenaria che sicuramente avrebbero proposto visioni diametralmente opposte su temi molto delicati. Ad esempio, le norme che noi abbiamo valutato come non sufficientemente forti per la tutela dei minori relativamente alle piattaforme di condivisione di video, altri Gruppi politici le hanno addirittura considerate norme degne di uno “stato-censura”, e come tali da eliminare dal testo. Il rischio reale era pertanto che a seguito della votazione, avremmo potuto avere un testo molto più debole di quello ottenuto”. "Vigileremo adesso – concludono gli europarlamentari affinché le nostre priorità politiche, specialmente un adeguato livello di protezione dei minori nei confronti di tutti i media, siano mantenute e rafforzate nel testo che sarà via via negoziato dal Parlamento con il Consiglio".