Con questo scritto intendo rinnovare il mio sostegno a Matteo Renzi, che ha iniziato un percorso di cambiamento strutturale del Paese. Desidero anche ripresentare alcuni progetti: l’Italia ha bisogno una serie di interventi strutturali, capaci di rendere il Paese solido, organico ed anche allettante per i nuovi investitori. È quindi necessario elaborare un programma sul quale possa esserci un’ampia condivisione all’interno del PD. Ecco alcune mie proposte:
Lavoro
Per incrementare l'occupazione sarebbe necessario procedere anche ad una riforma complessiva della formazione aziendale. L'economia attuale è globalizzata, i mercati non solo più stabili ma in continuo mutamento. Questo richiede la formazione continua del personale. Bisogna quindi svicolarsi dalla vecchia logica, secondo la quale basta aver maturato un po' d'esperienza per conoscere il lavoro che si sta svolgendo, perché oggi nessun lavoratore (dal professionista all'operaio) può dirsi completo senza una formazione continua. È indispensabile, prima di tutto, che questo concetto sia ben presente ai lavoratori. Le imprese, invece, dovrebbero iniziare a considerare con più attenzione il concetto di competenze trasferibili, che interessa soprattutto quella fascia di lavoratori ultra-quarantenni, che hanno maturato delle esperienze lavorative e che sono in cerca di lavoro. Infatti, vista la rapida evoluzione dei mercati, ci ritroveremo sempre con persone di 40/50 anni che non riescono a trovare lavoro, e contemporaneamente sono troppo giovani per andare in pensione. Allora è necessario attuare un serio progetto formativo, affinché i 40/50enni (ma anche i giovani) possano essere riassorbiti nel mondo del lavoro. Le agenzie interinali, che prendono fondi per la formazione, dovrebbero organizzare dei colloqui con i 40/50enni per individuare le loro competenze trasferibili ed indicare loro una strada possibile. Per i futuri assunti i corsi dovrebbero essere organizzati in questa maniera:
Con questo progetto si avvantaggerebbero le imprese, che potrebbero assumere personale già qualificato avvalendosi di uno sgravio fiscale. Ci guadagnerebbe anche lo Stato perché le persone ricomincerebbero a lavorare e il gettito fiscale aumenterebbe.
Riformare il sistema fiscale: progetto Toqueville
Il giurista e filosofo francese Alexis de Tocqueville fece un viaggio negli Stati Uniti; siamo nel 1831. Poco dopo l'illustre giurista pubblicò il famoso saggio intitolato “La democrazia in America”. Ricordo Tocqueville perché noi tutti siamo consapevoli della necessità di provvedere ad un'incisiva riforma del sistema fiscale italiano. Per fare questo, proprio come ha fatto Tocqueville, bisognerebbe studiare i sistemi fiscali di quei Paesi che, a differenza del nostro, presentano una pressione fiscale accettabile e al contempo una bassa evasione fiscale. Un altro personaggio storico che vorrei menzionare è Mustafa Atatürk il politico che, negli anni Trenta del secolo scorso, ha attuato un vasto progetto di riforma della Turchia. A questo fine, Atatürk ha recepito in toto il codice penale italiano e il codice civile svizzero. Così dovremmo fare anche noi per quanto riguarda il sistema fiscale; dovremmo cioè demandare ad alcuni esperti della materia il compito di studiare i sistemi fiscali di quei Paesi che si possono definire "fiscalmente" virtuosi, e poi, con gli adattamenti opportuni, recepirne le leggi nel nostro Paese. Lo stesso programma può essere eseguito per riformare il sistema amministrativo.
Rosa Aimoni
@rosaaimoni