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Marina Sereni: la nostra cooperazione leader anche nei territori difficili della Palestina

23 Febbraio 2017

Ospiti alcune donne palestinesi con disabilità, per iniziativa della Ong EducAid Onlus insieme alla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), oggi a Montecitorio abbiamo approfondito i temi connessi ai progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo dedicato alle persone con disabilità. All'evento, patrocinato dalla Camera e realizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e l'Agenzia italiana per la Cooperazione Internazionale, sono intervenuta per un saluto istituzionale, ma non formale. 


Saluto tutte le persone presenti, le relatrici e i relatori e in particolare le nostre ospiti palestinesi. Il mio sarà un intervento breve. Vorrei ripartire da quanto ci siamo detti il 13 dicembre scorso, in questa stessa sala, quando con molti dei protagonisti di questo evento ci siamo incontrati, per iniziativa dell'ambasciatore Sebastiani, per celebrare tre ricorrenze: la Giornata internazionaqle delle persone con disabilità, la Giornata mondiale dei ditritti umani, l'anniversario della Convenzione Internazionale delle persone con disabilità.

In quell'occasione ci dicemmo che l'Italia può legittimamente rivendicare una posizione di leadership nel settore della cooperazione internazionale rivolta alla disabilità; che il Piano d'azione del 2013 ha saputo raccogliere l'apporto delle molte realtà associative e istituzionali impegnate sui temi dell'inclusione, della non discriminazione, delle pari opportunità come fattori costitutivi della nostra cooperazione allo sviluppo; che l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvata dall'Onu nel 2015 ci offre una cornice estremamente importante per proseguire lungo la strada che abbiamo intrapreso con quel Piano d'Azione.

Al punto 23 di quel piano infatti, si dice che tutte le persone vulnerabili - con citazione esplicita delle persone con disabilità - devono essere rafforzate nelle loro capacità e nella partecipazione alla vita sociale. Quindi: inclusione e partecipazione. Mainstreaming, cioè più risorse destinate alle persone con disabilità in ogni progetto. Empowerment e capacity building, protagonismo delle persone con disabilità seguendo lo splendido slogan: "niente su di noi, senza di noi".

Se non ricordo male proprio qui parlammo di 58 progetti della cooperazione internazionale legate alle persone con disabilità. Ecco, oggi mettiamo al centro della nostra riflessione uno di questi progetti. Un'esperienza esemplare della capacità della cooperazione italiana di agire nei contesti più complessi con grande competenza. Stiamo qui per ascoltare dai diretti protagonisti gli esiti di un lavoro di ricerca che si è sviluppato in una realtà in cui si manifestano una pluralità di fattori di discriminazione e rischio. Stiamo parlando dei territori palestinesi, Nablus, Ramallah, Bethlemme, Hebron, purtroppo non Gaza. Stiamo parlando di un approccio particolarmente avanzato, almeno per tre ragioni. Innanzi tutto perché rende protagoniste le donne con disabilità o le madri di persone disabili in un'ottica che guarda ad un welfare promozionale e non assistenziale, puntando a valorizzare le reti formali e informali di solidarietà. Il secondo motivo è che il progetto di cui oggi parliamo è figlio della cooperazione decentrata, fatta da Regioni, Enti Locali, comunità locali. Un insieme di esperienze che oggi vanno traghettate e valorizzate dentro la nuova legge nazionale sulla cooperazione allo sviluppo. Infine, questo progetto è particolarmente importante perché riguarda la Palestina, in un momento storico-politico molto difficile. Non possiamo che esprimere qui grande preoccupazione sia per l'intensificarsi degli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi, sia per l'atteggiamento della nuova presidenza degli Stati Uniti che ha messo in discussione un principio sul quale la comunità internazionale lavora da anni: due Popoli, due Stati. L'Italia ha sempre considerato questo punto un pilastro irrinunciabile come hanno ribadito di recente sia il Presidente Mattarella in visita in Palestina sia il Ministro degli Esteri Alfano in occasione dell'incontro con il Presidente Abu Mazen a Roma per una visita al Papa. Ed è bene ricordare qui, in conclusione, che la cooperazione con i Territori Palestinesi è, come dice la legge, parte integrante della politica estera del nostro Paese.

 

 


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