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Fiano: Troppa fretta? Anche nel 2013 facemmo le assise in due mesi - intervista de La Stampa

13 Febbraio 2017


Emanuele Fiano, lei ha attaccato Emiliano e Rossi sostenendo che «vogliono solo dividere il Pd come farebbero Brunetta e Di Maio». Siamo alla rottura?

 
«Intanto suggerisco di aspettare il discorso del segretario. Dopodiché, da parte di alcuni vedo un comportamento altalenante: prima volevano il congresso, quando Renzi non lo voleva; ora che il segretario forse lo vuole dicono no…».
 
Perché sarebbe una «farsa», dicono, troppo breve, solo un nuovo plebiscito per Renzi…
 
«Anche il congresso del 2013 durò un paio di mesi! Detto questo, la politica non si fa con i calendari. Abbiamo avuto mille giorni di governo con molti risultati, da rivendicare, in campo sociale, economico, della sicurezza. Certamente ci sono anche cose non fatte bene o da completare, ma io non ci starò mai a calpestare le cose che abbiamo fatto solo perché hanno l’obiettivo di fare fuori Renzi».
 
Dice che è questo l’unico obiettivo della minoranza?
 
«Quando non va bene niente se si dimette, se non dimette, non va bene votare presto, non va bene il congresso evi- dentemente l’obiettivo è un altro. Del resto, Emiliano e D’Alema lo hanno anche detto: secondo loro il problema della sinistra italiana è Matteo Renzi. Secondo loro prima di Renzi non abbiamo avuto difficoltà, tutto è colpa di Renzi. Peraltro in questo quadro mondiale, di tutto c’è bisogno meno che della divisione del pensiero progressista. Dietro la porta abbiamo la destrutturazione completa del sistema conosciuto: in Francia Le Pen, in Italia o Salvini o i 5 Stelle. Chi fa questa scelta di divisione si prende una responsabilità che va molto oltre il giudizio sul mandato di Matteo Renzi. Peraltro, quando ci sarà il congresso, non vedo nessuna leadership più forte della sua».
 
Pensa che qualcuno abbia già deciso la scissione?
 
«Va chiesto a loro. Noi dobbiamo discutere di quale sia la migliore legge elettorale, delle risposte da dare all’Europa, per non tornare ad una politica di sterile austerità. E dobbiamo essere capofila del fronte che si oppone al populismo. Peraltro, forse è il caso di parlare di estrema destra, quando Le Pen propone di togliere agli ebrei francesi la possibilità di avere anche il passaporto israeliano. Io penso che la comunità umana del Pd sia più ampia delle decisioni di alcuni. E ricordo che le scissioni non hanno mai portato fortuna alla sinistra».


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