Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Migranti, garanzie ai Comuni che ospitano - intervista de la Repubblica a Piero Fassino

21 Novembre 2016




di Sara Strippoli

«Si parla tanto del numero elevato dei Comuni che rifiutano l’accoglienza, ma credo ci si debba domandare perché questo accade».
 
Piero Fassino, ex sindaco di Torino e presidente fino a poche settimane fa, è il presidente del CeSPI, il Centro studi di politica internazionale.
 
Fassino, Giuseppe Sala punta il dito sui sindaci leghisti, Giorgio Gori, che amministra Bergamo, dice che anche i sindaci Pd rifiutano l’accoglienza. Far crescere la disponibilità è così difficile?
 
«Sala e Gori hanno ragione a chiedere un impegno a tutti i Comuni. Ma per ottenerlo bisogna che lo Stato dia ai sindaci garanzie precise. Se si vuole estendere la platea dei Comuni che accolgono, si devono realizzare due condizioni fondamentali. La prima è il rapporto di proporzionalità fra la dimensione demografica dei Comuni e i profughi che vengono inviati. Molti sindaci sono restii ad aprire le porte delle loro città non perché non siano sensibili, ma perché hanno timore di ricevere una quantità di profughi non gestibile. Mi metto nelle condizioni del Sindaco di Bagnoli di Sopra: 3.700 abitanti e 900 profughi. Come restituire tranquillità ai tuoi cittadini con numeri così evidentemente sbilanciati? Ci vuole un patto chiaro: i Comuni si aprono all’accoglienza e lo Stato si impegna a inviare soltanto un numero di profughi sostenibile. Il secondo punto è che l’accoglienza sia gestita insieme con i sindaci. Non possono arrivare semplici comunicazioni da parte dei prefetti sul numero di profughi in arrivo senza che ci sia un coinvolgimento dei primi cittadini. Perché sono loro che poi devono gestire la situazione ogni giorno» Si può ipotizzare un obbligo ad accogliere?

 
«L’imposizione sarebbe controproducente. Meglio creare le condizioni perché un Comune sia invogliato ad aprirsi all’accoglienza. Ci sono altre due azioni che ritengo determinanti e che sono incluse nel piano nazionale siglato da Anci e Viminale».
 
Quali?
 
«Un sistema premiale di incentivi per i Comuni disponibili. La proposta è contenuta nella legge di stabilità che il Parlamento sta per approvare. Il quarto punto è la possibilità di utilizzare i profughi in attività socialmente utili. Una forma di restituzione verso la comunità che ospita facilita la disponibilità all’accoglienza».
 
La partenza del piano è in ritardo. Che tempi si ipotizzano?
 
«È previsto che parta dal prossimo gennaio» Matteo Renzi ieri ha ripetuto che non può essere l’Italia a pagare per gli altri Paesi. I problemi dell’immigrazione partono soprattutto da Bruxelles?
 
«Tutta l’Europa deve farsi carico, perché chi sbarca in Italia ha spesso come destinazione altri Paesi europei. Renzi ha ragione: non possiamo essere noi a finanziare muri costruiti da altri. Ma per ridurre il numero delle partenze, serve anche una politica di investimenti nei Paesi da cui si emigra» Giorgia Meloni dice che i soldati di Milano non sono che una toppa ad una situazione che è fuori controllo. È così?
 
«Il sindaco di Milano ha giustamente chiesto che lo Stato rafforzi i meccanismi di sicurezza. I militari sono stati usati a Roma e in tante altre città per il progetto “Città sicure”. Non è certo la prima volta. E in ogni caso tutto ciò che rende sicuri i cittadini va fatto».


Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
31

Rassegna stampa