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Un’associazione per Minervini. I figli annunciano il progetto

27 Agosto 2016

Una lettera al Corriere del Mezzogiorno: "Vogliamo tutelare la sua eredità politica"


di Francesco Strippoli

Per ora nasce l’associazione, la cui costituzione è più rapida. Più avanti diventerà una fondazione. Porteranno il nome di Guglielmo Minervini, l’ex assessore regionale e consigliere regionale in carica di Noi a sinistra, scomparso prematuramente il 2 agosto scorso dopo una lunga malattia che ne aveva fiaccato il fisico ma non la tempra e l’impegno politico. L’iniziativa è dei congiunti più stretti di Minervini e viene comunicata con una lettera alCorriere del Mezzogiorno firmata dai due figli di Minervini, Camilla e Nicolò, la prima psicologa e il secondo studente di Ingegneria.

Il progetto

Al loro fianco c’è la mamma Maria che rinuncia a firmare la lettera ma che proprio nel corso dei funerali incoraggiò a proseguire la strada intrapresa da Minervini. «A voi tutti — disse ai presenti dopo la celebrazione — dico che siete i figli di Guglielmo. Dovete andare avanti. Ognuno a modo suo. Nessuno deve essere come Guglielmo. Vi chiedo di non renderlo ingombrante ma di fare, ciascuno, quello che può nella situazione che ha». Quell’invito è diventato un proposito concreto. «Anche per dare seguito alle tantissime sollecitazioni che ci giungono dalle persone che ne hanno condiviso idee e battaglie — scrivono i figli di Minervini — abbiamo deciso di costituire un’associazione che porterà il suo nome». Un organismo che, chiariscono Camilla e Nicolò, si sosterrà «in maniera autonoma, proprio come nostro padre fece per tutte le sue campagne elettorali, proprio per garantirsi sempre la massima libertà di pensiero e azione». Si partirà dal patrimonio di consenso che l’ex allievo di don Tonino Bello ha accumulato nel corso della sua attività di pubblico amministratore: prima sindaco di Molfetta e per 10 anni (2005-2015) assessore nella giunta Vendola, incarico nel quale dispiegò il suo carisma politico e per il quale ideò e mise in atto una serie di programmi a sostegno delle politiche giovanili.

L’eredità politica

C’è poi anche l’eredità politica, quella che è condensata nell’ultimo libro scritto da Minervini (La politica generativa, ed. Carocci). «Un contributo fattivo — scrivono i figli — sul tema a lui tanto a cuore, quello della cittadinanza attiva, della partecipazione al miglioramento della vita sociale». E si potrebbe aggiungere: la dimensione collettiva e sociale, l’ascolto reciproco, lo sfruttamento delle energie riposte nella comunità. Quella che Minervini definiva la «forza del cambiamento, quella delle persone, delle comunità, delle città, dei territori». La ragione per cui i figli dicono che il loro papà «non si è mai percepito come un leader». In queste settimane dopo la sua morte, altri documenti stanno riemergendo dalle carte riposte sulla scrivania e nei file del computer. I suoi amici li stanno compulsando. Diventeranno il patrimonio culturale e politico che sarà alla base dell’associazione, e poi della fondazione, per tenere vivo il nome di Minervini.


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